Clemente Mastella (Foto LaPresse)

Mastella spiega perché la scissione del Pd farà bene alla sinistra

Carmelo Caruso

“Renzi può prendere i voti della sinistra non radicale e FI quelli della destra che non vota né Salvini né Meloni”

Dice che bisogna farlo e che forse questo è il momento giusto per costituirlo. “A mio avviso mai si erano viste così tante stronzate e per di più trasversali. La stronzata è il vero grande centro della politica italiana”. E dunque, da uomo che presidia l’aria, Clemente Mastella ne intravede già il successo e si immagina le primarie “aperte a tutti perché la stronzata ha questo di favoloso: accomuna”. Romano Prodi ha cominciato con lo yogurt. Giuseppe Conte che, come si sa, vuole eccellere, ha provato con le merendine “da tassare” e poi c’è, al solito, Alessandro Di Battista che nei momenti più malinconici della settimana emerge e ci fa sorridere. “Arriva e dice: compagni diffidate dal Pd. Era lo stesso che scriveva contro la Lega. Non vuole fare l’alleanza con nessuno. Punta a rimanere opposizione che è la stronzata massima”. E infatti al governo ci sono i suoi compagni che non sanno come proteggersi dai suoi sbuffi tanto da trattarlo come a casa si tratta un Pel di Carota. “E come Pel di Carota vuole attirare l’attenzione su di sé. E però, a me ricorda anche Pulcinella che camminava sempre accompagnato da due guardie, due carabinieri, in modo da poter alzare le mani e dire: ‘Non sono io che ci vado, ma sono loro che mi portano’”.

 

Matteo Renzi ha portato cinquanta parlamentari del Pd nella sua Italia Viva, ma ha perso Luca Lotti che al Foglio ha spiegato le ragioni che lo fanno rimanere nel Pd. “E queste sono stronzate che io definisco minime” pensa Mastella che naturalmente è tra le altre cose, docente emerito di scissioni, crisi, ribaltoni, un inquieto beneventano. “Non giudico chi rimane o chi parte. Figuriamoci. I rapporti, anche quelli di amicizia, possono logorarsi. Ma la critica degli ex renziani a Renzi mi pare una mezza stronzata”. Non è che Mastella è pronto per Italia Viva? “Renzi è un leader e come tutti i leader è un uomo solo. Singolare. Ha i suoi limiti caratteriali ma i vecchi compagni che oggi scoprono quei limiti sono un po’ disonesti. Le leadership drenano e prosciugano consensi. Il difetto non è dei leader ma di chi li descrive e di chi li osserva. La valutazione, in questi casi, è sempre iper-valutazione nel bene e nel male”. E la caduta è sempre esaminata come rovina annunciata, prevista. “E siamo ancora alle stronzate. Conte ha dichiarato sorpresa dopo la decisione di Renzi di lasciare il Pd. Ma che doveva fare? Nel Pd era trattato come un esiliato. Se non usciva dal Pd, quello di Conte sarebbe stato un governo di estrema sinistra. Perfino Leu, grazie a questo governo, è uscita fuori dalle catacombe. La scissione può avere effetti benefici sia per il governo che per Renzi. Tutti saranno chiamati a fare gli esami con lui. L’errore è demonizzarlo”. Al momento ha alimentato il livore del Pd e la paura che voglia fare cadere il governo. Ogni giorno i sondaggisti lo pesano e c’è chi attesta Italia Viva al sette e chi studia i flussi, i voti che prende e a chi li fa perdere. “La vera novità di Renzi è quella di avere costituito quello che io chiamo un ‘Parlament party’. In Umbria, alle regionali, ha scelto di non candidare nessuno. Oggi Renzi deve infiltrarsi nei territori. C’è uno sfarinamento che lo favorisce e che può benissimo farlo arrivare al dieci per cento. Non è vero che l’Italia ama gli estremi. Renzi può prendere i voti della sinistra non radicale come Forza Italia quelli della destra che non vota né Salvini né Meloni”.

 

E allora per Mastella la fuoriuscita anziché indebolire la sinistra può finire per completare la sua offerta cromatica ed elettorale. “Una coalizione vince solo se al suo interno ha le gradazioni dell’arcobaleno”. Ma il motto non era molteplicità nell’unità? “Questa è la stronzata massima. La stronzata storica. Aver unito Ds e Margherita è stato un errore. E non a caso è finita che a trattare nel partito dei Ds sono gli uomini che guidavano la Margherita. La mescolanza non sempre riesce. È l’etologia che lo spiega. Elefanti e balene non riescono a parlarsi”. Ma M5s e Pd, in Umbria, sembra possono addirittura unirsi. “E siamo arrivati alla stronzata civica. L’idea di correre insieme candidando una personalità della società civile farà saltare i dirigenti di partito di quel territorio. Perfino Trump, per candidarsi alle presidenziali, ha preso la tessera repubblicana”. Insomma, non è più la linea della palma a salire, ma la stronzata a prevalere. “Siamo arrivati al paradosso di credere che, in politica, bisogna rimanere illibati per essere puri. Da qui la candidatura civica. La prerogativa è ormai ‘non andare a letto con nessuno’. Non riescono a capire che i matrimoni funzionano proprio perché, dopo essere andati a letto con chiunque, si sceglie di andare a letto con una persona sola”.