Un albero di ulivo colpito dalla Xylella a Gallipoli (foto LaPresse)

Sant'Antonio liberaci dalla Xylella (e da Emiliano)

Enrico Bucci

L'incredibile giravolta del presidente della Puglia che oggi, dopo averlo demonizzato per anni, accusa Roma di avere bloccato il piano Silletti

“Dal 2013 al 2016 non è stato fatto nulla, anni persi mandando la palla a Roma, dove però la palla è stata nascosta. Mi riferisco anche al piano Silletti”.

 

Di chi è questa voce a difesa del generale Silletti, il cui piano, mai attuato, fu invece ostacolato in tutti i modi, fino a che, a fine 2015, il generale stesso non finì indagato dalla procura di Lecce (salvo poi ottenere l’archiviazione dopo “solo” 4 anni, pochi mesi fa)? Chi leva alti lamenti, imputando al governo dell’epoca di aver ostacolato quel piano, che oggi è finalmente fatto proprio da tutte le normative, regionali e nazionali? Di certo non può essere l’attuale governatore della regione Puglia Emiliano, che a luglio del 2015 dichiarava che abbattere le piante nel raggio di 100 metri degli ulivi malati (una delle misure previste dal piano Silletti) appariva una decisione spropositata

  

Di certo non Emiliano, il quale definì “una liberazione” l’inchiesta della procura di Lecce, che di fatto bloccava il piano Silletti, e annunciò che la regione Puglia si sarebbe costituita parte civile.

  

Non quell’Emiliano che dichiarò nel 2015: “Finalmente avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l’Unione Europea della strategia finora attuata per contrastare la Xylella, fondata essenzialmente sull’eradicazione di massa di alberi malati e sani. Questa strategia viene messa totalmente in dubbio dalle indagini effettuate da magistrati scrupolosi, prestigiosi e notoriamente stimati per la prudenza che li ha sempre contraddistinti nell’esercizio delle funzioni”.

  

Altro che piano Silletti! Il governatore Emiliano, anche prima di essere eletto – parliamo dell’aprile 2015 – aveva pronta non si sa quale miracolosa soluzione alternativa, tanto da dichiarare “in 100 giorni risolveremo tutto”. Del resto, per Emiliano il piano Silletti, nato per fronteggiare l’emergenza Xylella, era inutile in radice, tanto da dichiarare il giorno di Natale 2015 che “Non vi è più emergenza: la Xylella si è stabilmente insediata e non minaccia la vita delle persone, è vicenda fito sanitaria.”

   

Tanto più che la scienza alternativa del governatore aveva pure pronta una cura, come Emiliano dichiarò a settembre del 2017, quando annunciò a Bruxelles “Presto la cura, salveremo gli ulivi”.

   

Cari lettori, cari amici pugliesi e salentini: lui – proprio lui – è quello stesso Emiliano che oggi accusa Roma di avere bloccato il piano Silletti. Nonostante il fatto che un anno fa Silletti avesse già risposto proprio da queste pagine a dichiarazioni dello stesso tenore, non nuove per il governatore. Il generale, già un anno fa, quando gli si chiese se Emiliano lo avesse agevolato o finanziato, rispose lapidario: “Sanno tutti che non è così”. Ed anche: “Lui non mi ha aiutato, anzi tutte le dichiarazioni che ha fatto erano molto negative.” Per concludere: “Chiedete ai dirigenti dell’Osservatorio fitosanitario regionale messi sotto inchiesta, se sono stati sostenuti dal loro presidente, e vedrete cosa vi risponderanno”.

  

  

Ha ragione il generale: tutti sanno la verità. E la verità è che il governatore pugliese non può dire tutto ed il contrario di tutto, secondo le proprie convenienze elettorali o il vantaggio del momento, sperando che tutto si dimentichi, tutto svanisca e tutto sia comprensibile in nome di una presunta e mai chiara ragion di stato.

  

Egli deve essere chiamato dagli elettori e dai cittadini a rendere conto delle sue incredibili giravolte, dei suoi ammiccamenti alle posizioni negazioniste, ed in breve non può rifiutare di confrontarsi con le sue dichiarazioni del passato e con le sue responsabilità. E forse sarebbe meglio che i leccesi e i pugliesi tutti, che in questi giorni in occasione dell’arrivo delle reliquie di Sant’Antonio da Padova chiedono la grazia della liberazione dalla Xylella, chiedessero invece la liberazione dell’agricoltura pugliese dalla cattiva gestione di quella pessima politica, di opposizione e di governo, che ha paralizzato l’azione dell’amministrazione e impedito la gestione dell’emergenza, mandando al macero i piani di Silletti.

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