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Crisi e mosse del Pd

Tutti certi che ci sarà la crisi, pure Zingaretti. L’ombra di Mattarella sulle mosse di Franceschini

L’apertura di Franceschini ai grillini ha lasciato di stucco due terzi del Pd. In un’intervista al Corriere della Sera, infatti, l’ex ministro dei Beni culturali sottolinea che la Lega e il Movimento cinque stelle non sono due facce della stessa medaglia, come sostengono invece i renziani, e sottolinea che con i grillini si può aprire un dialogo sulla base di valori condivisi. Inutile dire che questa sortita ha scatenato l’ira di Matteo Renzi, il quale, a sua volta, ha scatenato i suoi per dare addosso a Franceschini. Ma anche il segretario Nicola Zingaretti, che pure era stato avvertito dall’ex ministro della sua intervista, non ne conosceva in anticipo i contenuti. Perciò ieri mattina un po’ tutti nel Pd si chiedevano il perché della mossa di Franceschini.

 

Già, perché? A dire il vero è stato lo stesso ex ministro a spiegare poi i motivi della sua uscita. E’ convinzione di Franceschini che si possa facilmente scivolare verso una crisi di governo, se non adesso in autunno. Perciò l’ex ministro è convinto che il Pd debba adoperarsi in tutti i modi per dividere non tanto la Lega dai grillini quanto gli esponenti dei Cinque stelle. E’ il Movimento che Franceschini vorrebbe mettere in fibrillazione. Come? Dividendo Conte e Fico da Di Maio. Secondo lui in questo momento un’operazione del genere converrebbe al Partito democratico. Chissà, così, forse, potrebbe anche trovare degli alleati per strada ed evitare che si vada alla elezioni con la vittoria scontata di Matteo Salvini. Non è un caso, dunque, che Franceschini non abbia mai parlato di Di Maio nella sua intervista, mente abbia speso parole elogiative nei confronti di Giuseppe Conte e Roberto Fico. E non è un caso nemmeno che Di Maio, in difficoltà nel suo partito, abbia voluto prontamente stoppare questa operazione chiudendo senza se e senza ma all'ex ministro dei Beni culturali.

 

Nel Pd, comunque, non c’è solo Franceschini a pensare che la crisi di governo sia imminente. Anche Nicola Zingaretti ne è convinto. Il segretario ritiene che lo sbocco migliore sia quello delle elezioni. E si sta già preparando a questa eventualità. Tanto è vero che la direzione del Partito democratico indetta per venerdì prossimo ha all’ordine del giorno proprio la mobilitazione del Pa in vista dell’appuntamento elettorale. Ma Matteo Renzi , che con Matteo Salvini, al contrario degli altri dirigenti del Pd, ha modo di parlare ogni tanto o, comunque, di scambiarsi dei messaggi, invece ritiene che alla fine non ci saranno le elezioni, perché il leader della Lega non ha proprio in animo di farle adesso, nonostante le spinte dei suoi che si fanno se ore più pressanti in questi giorni e in queste ore.

 

Elezioni o no? Quel che è certo è che appare difficile che l’attuale maggioranza di governo possa sopravvivere alla primavera del prossimo anno. Anche Sergio Mattarella è avvertito di questo rischio. E’ infatti più d’uno del Pd, conoscendo gli ottimi rapporti tra Dario Franceschini e il presidente della Repubblica, ritiene che il Quirinale sapesse dell’uscita dell’ex ministro. Fantapolitica. O no?

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