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Passeggiate romane

Chi teme e chi no, nel Pd, la campagna elettorale anticipata (occhio alle liste)

C'è agitazione tra i renziani mentre nel Partito democratico si sta facendo strada la convinzione che Matteo Salvini voglia passare all’incasso

Tra le truppe parlamentari renziane c’è grandissima agitazione. Infatti nel Partito democratico si sta facendo strada la convinzione che Matteo Salvini voglia passare all’incasso. Il leader della Lega – dicono al Nazareno – non romperà lui per non addossarsi la colpa delle elezioni anticipate ma spingerà il movimento 5 stelle all'esasperazione. A quel punto il voto sarà inevitabile. Il che vuol dire che al Pd sarà Nicola Zingaretti a fare le liste e i renziani sono convinti di uscirne più che dimezzati. “Se un terzo di noi riuscirà a tornare in Parlamento sarà già un miracolo”, sussurrano nei loro capannelli nel Transatlantico di Montecitorio. Solo i parlamentari vicini ai Luca Lotti (ma quelli della cerchia stretta e nemmeno tutti) sperano di cavarsela, convinti come sono che difficilmente Matteo Renzi muoverà un dito per aiutarli. Per paradossale che possa sembrare hanno qualche chances in più i parlamentari che fanno capo a Roberto Giachetti: sono molti di meno e sanno che comunque il loro leader si batterà per difenderli. In preda alla disperazione anche quanti speravano di cavarsela traslocando nella scialuppa di Carlo Calenda. Con le elezioni anticipate, infatti, l’ex ministro dello Sviluppo economico non ha tempo di mettere in piedi un nuovo soggetto politico.

 

Che fine ha fatto Dario Franceschini? Nel Partito democratico se lo chiedono in molti. L’ex ministro non si vede quasi più e parla molto poco. C’è chi pensa che Nicola Zingaretti lo abbia voluto mettere ai margini e chi invece ritiene che stia già tessendo la trama della futura alleanza con il Movimento 5 stelle. Ma la domanda che si rivolgono tutti è questa: in caso di elezioni anticipate chiederà la deroga per farsi ricandidare di nuovo o, piuttosto, cederà il passo alla moglie, la consigliera regionale Michela Di Biase, molto attiva sulla piazza di Roma?

 

Intanto Nicola Zingaretti ha rinviato nuovamente la nascita della segreteria. Prima dei ballottaggi non se ne parla, ha fatto sapere il leader del Pd.

 

E a proposito di Zingaretti un sondaggio riservato arrivato da poco al Nazareno sembra averlo molto rinfrancato. Secondo questa rilevazione i giovani tornano a votare Pd. Per la precisione tra i ragazzi al primo voto e i cosiddetti millenials il Partito democratico si piazza al secondo posto dopo l’immancabile Lega di Matteo Salvini.

 

In vista dell’eventualità di una campagna elettorale imminente, causa voto anticipato, il Pd, le cui casse non sono certo ben fornite, ha però deciso di puntare tutta la sua strategia sull’attacco diretto e continuato a Matteo Salvini. Porsi come gli anti-Carroccio ben più dei 5 stelle: è questo l'obiettivo dei vertici del Partito democratico. Al Nazareno sperano così di caratterizzare il partito spingendo gli elettori di centrosinistra al voto utile, cosa che, peraltro, è già successa in questa ultima tornata delle europee.