L'europarlamentare del M5s Tiziana Beghin (Foto LaPresse)

Beghin, l'europarlamentare del M5s che si ricorda sempre degli amici

Valerio Valentini

La sua assistente a Bruxelles è la moglie del suo portaborse. La doppia morale dei grillini sul conflitto d’interesse

Roma. Chissà che anche lei, che pure è una fedelissima del capo, non abbia tremato all’apprendere che Luigi Di Maio ha deciso di schierare persone esterne al M5s come capolista per le prossime europee. E chissà che, insieme a lei, non abbiano tremato le non poche persone che, anche grazie a lei, hanno trovato un’occupazione tra i palazzi della politica di Strasburgo. Tiziana Beghin è una delle esponenti più importanti del M5s all’Europarlamento, e anche per questo è stata scelta lei, che d’altronde vanta una laurea in Economia e commercio, come tesoriera del gruppo Efdd, quello di cui fa parte anche la pattuglia grillina.

 

Proprio in virtù di questo suo ruolo, la scorsa estate ha deciso di cercarsi una collaboratrice che la aiuti nei lavori di contabilità: e l’ha trovata in Sara Maglia, giovane di origini liguri che da tempo si guadagna da vivere a Bruxelles in un’agenzia di traduzione e che è stata assunta con un contratto che scadrà alla fine della legislatura, nel maggio prossimo. La sua designazione, approvata comunque dai responsabili del gruppo, ha creato più di qualche malumore tra gli esponenti inglesi di Efdd: non che avessero nulla da ridire sulle qualità della Maglia. Il problema era semmai legato al fatto che la nuova dipendente è la moglie di Fabio Romano, storico portaborse della Beghin stessa. E questo, da una che si è spesa all’Europarlamento sul conflitto d’interessi, e che ha spesso incalzato i suoi avversari politica al grido di “onestà e trasparenza”, non è esattamente il massimo.

 

Genovese come la Beghin, Romano la assiste da ormai quattro anni a Strasburgo. L’unica pausa se l’era presa all’inizio del 2018: così da potere partecipare – presentandosi come “ex assistente di Tiziana Beghin” – alle parlamentarie online del M5s, aspirando a un seggio alla Camera nel collegio Liguria 1 (le regole del Movimento prevedono infatti che i collaboratori degli eletti non possano candidarsi: e non a caso anche Fabio Massimo Castaldo, grillino in rapida ascesa nelle gerarchie interne e attuale vicepresidente del Parlamento europeo aveva dovuto dimettersi per tempo dal suo ruolo di portaborse al Senato di Paola Taverna, nel 2014). A Romano, però, non è andata bene: e così dopo il 4 marzo è tornato a Strasburgo, dove figura ora, di nuovo, tra gli “assistenti accreditati” della Beghin.

 

La quale, però, ha dovuto gestire anche altre grane interne. Qualcuno, infatti, ha sollevato anche un altro caso di evidente inopportunità. Riguarda Federico Fioretto, esperto di economia circolare, che da qualche mese tiene seminari saltuari, e retribuiti, ai parlamentari del M5s: “Ci aiuta a lavorare in gruppo, a fare team working”, dicono i grillini di Strasburgo. I quali confermano che lo sanno anche loro che Fioretto è, tra le altre cose, anche il fondatore di una startup di consulenza alle imprese nel cui staff figura Alberto Goffy, e cioè il marito, guarda un po’, della Beghin – il matrimonio è arrivato proprio la scorsa estate dopo quasi tredici anni di fidanzamento – e personaggio assai chiacchierato nella pattuglia europea del M5s per via della sua vecchia adesione a gruppi vicini al mondo di Scientology.

 

È invece stato trasferito a Roma un altro dei “mental coach” che, per un breve periodo, all’inizio del 2018, aveva lavorato come consulente del gruppo di europarlamentari. Si tratta di Roberto Giacomelli, persona vicinissima alla famiglia Casaleggio e non a caso membro del comitato direttivo dell’associazione dedicata alla memoria di Gianroberto, col quale Giacomelli aveva un rapporto praticamente fraterno. “Anche lui ci faceva lezioni di tipo psicologico”, dicono all’Eurogruppo. Le stesse che ora Giacomelli impartisce ai senatori del M5s.

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