Il deputato siciliano della Lega Carmelo Lo Monte (Foto via Facebook)

Il leghista Lo Monte striglia Salvini: "Matteo, così tradisci la Sicilia"

Valerio Valentini

Il deputato messinese attacca il segretario del Carroccio: "Candiani commissario nell'isola? Non conosce il territorio. E il segretario tenga conto delle nostre richieste autonomiste. Perché Veneto e Lombardia sì, e noi no?"

Roma. “A lasciare la Lega non ci penso proprio”, dice. Ma poi aggiunge: “Al momento”. Carmelo Lo Monte, deputato messinese del Carroccio, un passato da democristiano poi confluito nel Movimento per le Autonomia, poi nel Centro democratico di Tabacci, poi nel Psi, rivendica di parlare a nome dei “leghisti siciliani”. Ed è in loro rappresentanza che si rivolge a Matteo Salvini: “Sono molto amareggiato per il commissariamento del partito nella nostra isola, che è una terra difficile, dove fare politica richiede una perizia particolare”, dice, lui che è nato a Graniti, sullo Stretto, nel 1956, e che della regione è già stato vicepresidente per due anni, tra il 1998 e il 2000, ai tempi di Angelo Capodicasa, primo governatore del centrosinistra nella storia dell'isola. Per questo insiste, allora: "Perché scegliere, come commissario, un uomo stimabile, ma che la nostra realtà non la conosce?".

  

Il segretario del Carroccio ha scelto Stefano Candiani, nato a Busto Arsizio, provincia di Varese, per rifondare il partito tra Palermo e dintorni. “Nulla di personale contro Candiani. Ma lui non conosce la Sicilia. E poi, essendo già sottosegretario al Viminale, come può trovare il tempo per dedicarsi anche a quest’altro gravoso compito?”. Glielo ha detto a Salvini? “Certo. E gli ho esposto anche un’altra istanza”. Quale? “Mettere la questione dell’autonomia siciliana al centro del dibattito. Perché il Veneto e la Lombardia sì, e noi no?”. In quelle regioni c’è stato un referendum, sul tema. “Ma quando venne in campagna elettorale da noi, Salvini si impegnò in modo: la lotta contro il centralismo romano riguarda anche noi. Se davvero la Lega è un partito non più nordista, ma nazionale, allora deve accogliere anche le richieste di maggiore autonomia che vengono dalle regioni del sud. Confido che a gennaio, archiviata la manovra, Salvini ne tenga conto”. 

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