Giorgia Meloni (foto LaPresse)

Via l'Ue dalla Costituzione. Ecco l'Italexit targata Meloni

Paolo Emilio Russo e Gianluca De Filio

La commissione Affari Costituzionali della Camera discute la proposta di Fratelli d'Italia per modificare gli articoli che regolano i rapporti tra Bruxelles e l'Italia. E cancellare qualsiasi riferimento all'Unione 

“Non esiste un piano B”, garantisce Luigi Di Maio. E da settimane importanti ministri e persino Matteo Salvini spiegano che l’Italia non ha “alcuna intenzione” di uscire dall’euro e dall’Unione europea. Il precedente della Brexit, peraltro, è un bel macigno: quasi un anno e mezzo dopo il referendum, ancora si tratta. Chissà se è veramente così, intanto in Parlamento è stata già depositata una proposta - semplice, di tre articoli - che prevede l’Italexit on the go: pronti, via.

 

 

Prima firmataria è Giorgia Meloni che, insieme agli altri componenti del gruppo di Fratelli d’Italia, ha depositato alla Camera la proposta di legge di riforma costituzionale a.c. 298. Come fare a uscire dall’Ue senza dover sottoporre il Paese e i suoi sherpa ad estenuanti trattative con l’Ue? Semplice, si cancellano con un tratto di penna i tre articoli della Costituzione che contengono riferimenti all’Ue. Lo scorso 11 ottobre la commissione Affari Costituzionali della Camera ha iniziato l'esame del testo che proseguirà questa settimana.

  

 

Via quelli, saremmo - secondo gli autori della proposta - automaticamente fuori dall’Ue. L’articolo 97 prevede che le pubbliche amministrazioni assicurino l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico in coerenza con l’ordinamento dell’Ue? Via il riferimento. L’articolo 117 impone allo Stato di esercitare la sua potestà legislativa anche “nel rispetto dell’ordinamento comunitario e degli obblighi internazionali”? Cancellato il rispetto delle normative europee, ma pure dei trattati. Mannaia pure sull’articolo 119 per liberare Regioni e Comuni dai vincoli comunitari. Non è finita. L’ultimo articolo della proposta di legge si propone di modificare la legge che ha dato attuazione alla riforma dell’articolo 81 della Costituzione sul pareggio di bilancio, la 243/2012, in modo “che essa sia solo l’attuazione del 'nuovo' articolo 81, per com’è scritto, e non altro”.

“Nell’insieme - spiegano i firmatari -, su questa proposta di legge costituzionale si chiede un voto che non è contro l’Europa, ma è per la nostra dignità nazionale e per la nostra libertà. Ad essere lungimiranti e non miopi, sia l’azione in Europa del nostro Governo sia l’Europa stessa ne trarranno giovamento”. Chissà che il governo non abbia finalmente trovato il suo piano B.

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