Il cuore di Toninelli non basta. Nel decreto Genova sbagliato il nome del suo ministero

Paolo Emilio Russo e Gianluca De Filio

Il testo parla di “ministero delle Infrastrutture”, ma per la legge non esiste. La dicitura esatta è delle “Infrastrutture e Trasporti”. In Parlamento dovrà essere modificato 

Anche nel caso ipotetico che tutte le forze politiche si trovassero d’accordo sul “decreto Genova” e volessero approvarlo senza cambiare nemmeno una virgola, questo non sarebbe possibile. A causa di due errori, infatti, il testo dovrà subire comunque almeno due modifiche.

La prima riguarda Danilo Toninelli che ha sbagliato a scrivere il nome del suo dicastero.

La dicitura esatta e legale del suo incarico è “Ministro delle infrastrutture e dei trasporti”. Peccato che, al comma 2 dell’articolo 1 (foto sotto), uno degli articoli più importanti sulla ricostruzione del ponte Morandi ci sia scritto “Ministro delle infrastrutture”.

 

 

Toninelli forse avrà pensato di risparmiare tempo e carta, ma il Ministro delle infrastrutture per la legge non esiste: lo è stato il solo Antonio Di Pietro ai tempi del governo Prodi II, quando il ministero fu spacchettato in quello delle Infrastrutture e in quello dei Trasporti che andò al ministro Alessandro Bianchi.

 

Un’ulteriore topica si trova all’articolo 12, quello che istituisce l’ANSFISA, la nuova agenzia nazionale delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Quando si parla della nomina del suo direttore, si rinvia ad una norma, quella contenuta nell’articolo 41, comma 2, del decreto legge 286/2006, che però nel frattempo è stata abrogata.

Pensare che di tempo per rileggere ce n’era: tra l’approvazione in Consiglio dei ministri con la formula “salvo intese” e la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale sono trascorse due settimane.