Giorgia Meloni con Matteo Salvini (foto LaPresse)

"Si parla solo di migranti, all'Italia serve invece una rivoluzione economica", ci dice Meloni

Annalisa Chirico

“All’Italia serve una rivoluzione economica non una mezza flat tax. Le indagini sul vicepremier? Un atto sovversivo di un pm”

Roma. Se le domandi come mai in due mesi gli investitori esteri abbiano ridotto l’esposizione sull’Italia per 70 miliardi, se ci sia insomma un problema di affidabilità, Giorgia Meloni prende fiato e ti apparecchia la risposta: “E’ il frutto del racconto delirante che intellighenzia, élite finanziarie e oligarchie di potere alimentano sul nostro paese. Ci considerano una colonia, non una nazione sovrana. Se alziamo la testa ci fanno pagare il conto”. Alla leader di Fratelli d’Italia, parlamentare dal 2006, il governo gialloverde però non piace: “Salvini ha scelto di allearsi con un partito sinistramente neomarxista, così la Lega rischia di deludere le aspettative del mondo produttivo che ci ha votato”. 

 

Con la trasformazione del Carroccio nella nuova destra sovranista, è difficile spiegare agli elettori perché dovrebbero votare voi e non una forza di governo. “A una lettura superficiale può apparire così, la sovraesposizione mediatica di Salvini è ineguagliabile. Tuttavia, a un’analisi più approfondita, si comprende che soltanto noi presidiamo una visione del mondo incentrata sull’interesse nazionale. La nascita del governo ha segnato la fine del centrodestra, adesso occorre esplorare orizzonti nuovi”. Con un Salvini che monopolizza la scena dopo averla sedotta e abbandonata, Meloni, anzi Giorgia, non resta a guardare: “Abbiamo il dovere di essere aperti e inclusivi verso culture politiche diverse. Guardo con interesse, per esempio, alla straordinaria esperienza di Giovanni Toti in Liguria e a quella di Nello Musumeci in Sicilia nonché alle liste civiche di destra e non solo. Gli steccati tradizionali vanno superati”.

 

Qualcosa bolle in pentola, non si sa cosa. Intanto, domandiamo, nell’incerto autunno davanti a noi il governo riuscirà a impacchettare una legge di bilancio che tenga insieme flat tax, reddito di cittadinanza e abolizione della Fornero? “Non troveranno i soldi. Io sono molto preoccupata perché rischiamo di deludere le richieste degli italiani che si attendono, prima di tutto, una drastica riduzione delle tasse. Sento parlare soltanto di migranti, l’Italia invece ha bisogno di una rivoluzione economica. La proposta leghista sulla tassa piatta (io per le leggi italiane uso la lingua italiana) fa impallidire: essa riguarderà, nella migliore delle ipotesi, un milione di persone. Noi pensiamo a un’aliquota unica del quindici percento sul cosiddetto reddito incrementale, vale a dire sull’extra-guadagno realizzato rispetto all’anno precedente: un meccanismo così concepito sarebbe un incentivo a lavorare di più e a uscire dal sommerso. Purtroppo sui dossier economici il M5S pretende l’ultima parola, infatti ci hanno rifilato un decreto dignità che sembra scritto dalla Cgil e farà aumentare la disoccupazione. Per creare lavoro non devi bastonare i datori di lavoro”.

 

Il governo intende rivedere tutte le concessioni pubbliche valutando la nazionalizzazione o la rinegoziazione dei contratti. “Ho ascoltato l’audizione del ministro Toninelli: lui e Di Maio devono mettersi d’accordo. Un movimento paladino della trasparenza si è fatto battere sul tempo da Autostrade per la pubblicazione del contratto. Adesso la priorità è la ricostruzione del ponte Morandi: mi auguro che i lavori siano realizzati a spese di Autostrade ma da società non riconducibili all’attuale concessionario. Fincantieri? Cdp? Decida il governo. La concessione, in ogni caso, va revocata”. Si torna al sistema delle partecipazioni statali? “Una nazione deve mantenere la proprietà di tutte le infrastrutture strategiche, è inaccettabile che la rete telefonica finisca in mano francese. Sull’affidamento della gestione ai privati io non sono pregiudizialmente contraria purché la concessione soddisfi una clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale”. Spieghi. “Le concessioni devono essere, in ogni momento, revocabili da parte dello stato in caso di grave inadempienza. Va poi fissata una soglia massima del 15 per cento come quota di guadagno: l’eventuale surplus va reinvestito nella rete”.

 

Veniamo all’immigrazione: la politica muscolare di Salvini la convince? “Il governo non ha capito che la questione dei flussi non si affronta chiudendo i porti italiani o ingaggiando un braccio di ferro su ogni barcone. Faccio notare che tutti i migranti della Diciotti sono sul nostro territorio mantenuti dagli italiani con i soldi dell’otto per mille. Non ha senso minacciare il veto sul bilancio europeo in risposta al veto del premier Orbán che accoglie zero migranti. Quando lìho incontrato, il presidente del Consiglio ungherese mi ha mostrato la lettera indirizzata al governo italiano al quale offriva mezzi e risorse per proteggere la nostra frontiera esterna attraverso un blocco navale. Gentiloni non gli ha neppure risposto”. I giochi di guerra la appassionano. “Non si tratta di un atto bellicoso. Il blocco sarebbe gestito dall'Unione europea in accordo con il governo libico”. Lo statuto delle Nazioni unite lo vieta al di fuori dei casi di legittima difesa. “Il governo dell’immigrazione non sarà mai possibile se non s’interviene in modo vigoroso, com’è accaduto con la Turchia alla quale abbiamo destinato sei miliardi di euro, per metà già erogati”. I paesi di Visegrad che inseguite come vostri alleati sono interessati unicamente alla rotta balcanica, non a quella mediterranea. L’ex ministro Marco Minniti ha ridotto gli sbarchi dell'ottanta percento senza dichiarare guerra al nord Africa. “La fortuna di Minniti è stata succedere ad Angelino Alfano. Gli riconosco di aver conseguito risultati positivi ma il Pd si è mosso in ritardo, e solo perché sperava di tamponare la débâcle elettorale”. Salvini è sotto inchiesta per sequestro di persona. “E’ l’atto sovversivo di un magistrato che non definirei neppure politicizzato, mi sembra piuttosto un leghista sfegatato: non poteva fargli regalo più gradito”. L'Italia sta con gli Stati uniti o con la Russia? “Io dico che sta con la Nato. Dobbiamo mantenere il nostro ruolo baricentrico e dialogare con l’est. Il governo ha sbagliato a non porre il veto sulle sanzioni contro Mosca. Ciò detto, non ci sto a fare la ragazza pon-pon di questo o quel leader straniero. Abbiamo avuto fulgidi esempi nel recente passato: Matteo Renzi aveva preso a gesticolare come Obama, non gli ha portato fortuna”.

 

Il sottosegretario di Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti ha evidenziato la necessità di riforme istituzionali e presidenzialismo, un suo cavallo di battaglia. “Abbiamo depositato una proposta di legge per l’elezione diretta del capo dello stato e il superamento del vincolo di mandato. Trasformismi e inciuci sono il tradimento della patria”. Lei è una veterana del Parlamento: con l’arrivo dei cosiddetti “barbari”, a parte l’età media, com’è cambiata la compagine degli eletti? “Io vengo dal niente, non ho frequentato l’Università, proprio per questo, sin dalla prima elezione, ho avvertito il dovere di mettermi sui libri per recuperare. E’ un segno di rispetto verso la nazione. Oggi vedo gente presuntuosa che apre la bocca per darle fiato”. Lei è stata cameriera, barman, babysitter (chez Fiorello): ai grillini viene spesso rimproverato un curriculum troppo modesto. E’ da snob, non crede? “Si può studiare da autodidatti; i mestieri da ‘borgatara’, come dice qualcuno, mi hanno insegnato il lavoro vero. Sono cresciuta senza padre, ho dovuto contribuire in famiglia finché è servito”. A proposito: lei, paladina della famiglia tradizionale, ha concepito una bambina con il suo convivente. Siete tuttora una coppia di fatto. “Io sono all’antica: il maschio fa la proposta alla femmina. Mi sposerò quando qualcuno me lo chiederà”. A buon intenditor…