Al via la direzione Pd. Martina: “Il capitolo M5s si è chiuso”

David Allegranti

I pontieri al lavoro per confermare il segretario reggente e non spaccare il partito. E lui chiede di rimanere fino all'assemblea nazionale

[Notizia aggiornata alle 18.08]

 

Roma. E’ cominciata la Direzione nazionale del Pd, aperta dall’intervento di Maurizio Martina. Dopo i toni accesi degli ultimi giorni, sono al lavoro alcuni pontieri. Vedi Lorenzo Guerini, che spera di raggiungere una conclusione unitaria. Rispetto al documento-appello firmato ieri per presentarsi in direzione senza una “conta”, Guerini e i suoi vogliono aggiungere la conferma della fiducia a Martina fino all’assemblea.

 

La Direzione, ha spiegato il presidente del partito Matteo Orfini, concluderà “realisticamente con un voto” intorno alle 20. Quindi ha preso la parola il segretario reggente Martina: “In questa sede dovevamo discutere se aprire il confronto con il M5s. Non decidere l’alleanza o un voto a Di Maio. Per noi il tema non è mai stato votare Di Maio Premier. Ma una sfida politica e culturale sul cambiamento per fare uscire tutte le loro contraddizioni. Un rilancio non una resa. Dovevamo sfidarli sul terreno del cambiamento. Nessuna rinuncia ai nostri valori. Dovevamo incalzarli. Dovevamo immaginare questa ipotesi. Oggi non discutiamo di questo perché i fatti dei giorni scorsi hanno cambiato le cose. È un capitolo chiuso”. 

 

  

“Mentre discutevamo di loro - ha proseguito - in verità discutevamo di noi. Di come non consegnarci all’irrilevanza. Era una ipotesi più rischiosa per il Pd. Ma è chiusa. Il rischio del voto anticipato è più forte oggi. Perché per noi il tema è anche un no ad un governo con il centrodestra tutto. Non solo un no al governo con il M5s”.

 

Il segretario reggente ha quindi chiesto che la Direzione gli “rinnovi la fiducia fino all'Assemblea nazionale. Serve una direzione salda e univoca. Certamente non solitaria ma collegiale. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunità che ci guarda con attenzione e si aspetta chiarezza e unità. Basta con la logica dell'amico-nemico in casa nostra. Possiamo farcela se ricominciamo a lavorare insieme sul senso della prospettiva che vogliamo per il nostro Paese. Su un'idea di futuro per gli italiani, molto prima dei nostri destini. A Roma come nei territori”.

 

  

Lunedì, intanto, al Quirinale il Pd dovrà incontrare il presidente Sergio Mattarella che, prima di prendere qualsiasi decisione ha deciso di fare un ultimo giro di consultazioni. “Supporteremo l’operato del presidente Mattarella a cui va nostra stima e fiducia - ha spiegato Martina -. Anche lunedì avremo un atteggiamento costruttivo. Ribadiremo i nostri capisaldi irrinunciabili: crescita equa contro le diseguaglianze e un rinnovato impegno per la nuova Europa. Continuiamo le nostre battaglie per l'allargamento del Reddito di inclusione (REI) contro la povertà, per il salario minimo legale contro il lavoro sottopagato, per la parità salariale di genere, per i diritti dei giovani lavoratori. Possiamo farcela se diamo risposte nuove a questi bisogni”. 

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.