Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Alla fine Berlusconi si piega al “patto anti-inciucio”

Paolo Emilio Russo

Al Tempo di Adriano il Cavaliere, incalzato da Salvini e Meloni, assicura: “Non faremo patti, accordi o inciuci col Pd”. Ma la coalizione di centrodestra non sembra avere i numeri per governare da sola

Per settimane aveva provato a respingere quell’abbraccio mortale, a tenersi - come si dice - le mani libere. Patti anti-inciucio? “Siamo persone serie, basta la parola”. Poi, quando le domande si facevano più insistenti, risposte ancora più nette: “Giuramenti? Parla la mia storia, non serve altro”. Silvio Berlusconi ha provato a fare lo stesso anche oggi pomeriggio, quando, al Tempio di Adriano, ha tenuto la prima e unica conferenza stampa congiunta con gli altri tre segretari dei partiti che compongono la coalizione di centrodestra.

 

C’erano lui, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e pure Raffaele Fitto, che guida “Noi con l’Italia”, la “famosa” quarta gamba. Ad ascoltarli i giornalisti di mezzo mondo e decine di fotografi venuti per immortalare la “photo opportunity”. “Siamo i quattro eroi della libertà e della democrazia”, ha detto, tentandole tutte per rubarsi la scena, l’ex premier. Ci ha creduto a tal punto che dopo qualche minuto, parlando di tasse e fisco, ha magnificato la “curva laser”, che suona certo più adatta ad un personaggio coi superpoteri rispetto alla più banale “curva di Laffer”.

 

Quello più teso è sembrato Matteo Salvini. La ragione l’ha spiegata alla fine. “Con Berlusconi bisogna stare sempre vigili, come san Tommaso…”. Il leader della Lega ha provato a mostrarsi rassicurante. Niente proclami, niente estremismo, solo uno slogan: “Gli altri vogliono più Europa, io voglio soprattutto più Italia”. Il leader della Lega, che ha rivendicato - non a caso - il suo lavoro che ha portato “alla crescita del partito” fino alle percentuali odierne, il “peso” della sua sigla, ha addirittura coinvolto Fitto, che gli sedeva accanto sotto al simbolo che contiene lo Scudocrociato, per dire che “su questo e su altre cose siamo d’accordo anche io e Raffaele…”.

 

Per un Salvini inclusivo, c’è stata però una Meloni incalzante. “L’ultima volta ci siamo visti in Sicilia, abbiamo fatto il “Patto dell’Arancino” che ci ha portato bene. Oggi siamo a Piazza di Pietra e vorrei che facessimo il “Patto di pietra”, solido”, ha spiegato nel suo breve intervento. Tutti i presenti hanno annuito. La leader di FdI è arrivata al dunque: “Vorrei che dicessimo tutti e quattro chiaramente, senza margini di ambiguità, che quella che rappresentiamo in questa sala è l’unica maggioranza possibile, che non ci saranno accordi, maggioranze diverse o inciuci”, ha chiesto.

 

Il Cavaliere, che pure conosce perfettamente sondaggi e proiezioni, sa che mancano almeno 30 deputati all’appello per mettere in piedi un governo di centrodestra, che anche in caso di un (inatteso) balzo in avanti la sua coalizione non potrà essere autosufficiente, si è trovato costretto a cedere. “La sinistra ha fallito la prova del governo, non è stata capace di affrontare i problemi”, ha premesso. Giù applausi di una platea ristretta, ma molto di destra. “Voglio rassicurare che non faremo patti, accordi o…inciuci. Col Pd abbiamo programmi molto diversi, che non sono compatibili. ”, ha aggiunto Berlusconi. 

 

Soddisfatta la presidente di FdI. “Ecco, alla fine siamo riusciti a farlo il Patto anti-inciucio non era così difficile allora. Sono molto contenta che il presidente di Forza Italia e gli altri abbiano voluto chiarire la loro indisponibilità a dare i voti della coalizione per fare altro”, ha sottolineato, cogliendo la palla al balzo. Pacta sunt servanda. “La sinistra e i Cinquestelle sono troppo lontani dal 40 per cento per poterlo raggiungere, l’unica formazione politica che può raggiungere una maggioranza e garantire un governo forte e stabile è il centrodestra”, ha controrisposto il Cavaliere. L’unica chance di non essere costretto a rimangiarsi l’impegno, a questo punto, è rimontare quasi cinque punti percentuali in tre giorni, cosa che però non è riuscita in settimane. L’ “aiutino” dovrebbe arrivare dal Mezzogiorno, dove il M5s sta dando il filo da torcere ai candidati del centrodestra nei collegi. Ecco perché Antonio Tajani, candidato premier in pectore, si è impegnato personalmente parlando di un Piano per il Sud e nonostante il “divieto” imposto da sanitari e famiglia non è escluso che l’ex premier si faccia un giro a Napoli prima di sabato.