
Virginia Raggi (foto LaPresse)
Altro monumento a Raggi sotto inchiesta e ai garantisti improvvisati
Saremo garantisti anche con Virginia Raggi. Ma aspettiamo di vedere i cialtroni del giustizialismo pronti a spiegarci che un indagato è innocente fino a condanna definitiva
Al direttore - Raggi: “Un anno è troppo poco”. Noi comunque sempre garantisti.
Giuseppe De Filippi
Abbiamo scritto che a Virginia Raggi andrebbe dedicato un monumento perché sta mostrando cosa significa essere governati da Beppe Grillo. Ma a Virginia Raggi andrebbe fatto anche un altro monumento perché grazie alla sua vicenda giudiziaria – ieri è stato notificato al sindaco di Roma un atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, e Raggi è indagata al momento per abuso d’ufficio e falso, reati per i quali un tempo il vice clown Luigi Di Maio chiedeva ad alcuni ministri di dimettersi seduta stante – siamo consapevoli di vivere in una repubblica giudiziaria dove i signori delle manette diventano garantisti solo quando a essere sotto accusa sono gli amici degli amici. Noi siamo sempre garantisti e lo saremo anche con Virginia Raggi (e non c’è bisogno di un processo per dimostrare la non capacità del sindaco di Roma a essere sindaco di Roma, basta farsi due passi a Roma in qualsiasi momento della giornata e dell’anno). Ma vedere i cialtroni del giustizialismo pronti a spiegarci che un indagato è innocente fino a condanna definitiva sarà come sedersi al circo e vedere sfilare dei pagliacci bolliti che più che far sorridere gli spettatori fanno semplicemente tenerezza.


Il popolo ha sempre ragione
Statista? Mah, Pertini capì solo che per piacere agli italiani basta poco

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