Beppe Grillo (foto LaPresse)

Il M5s è fuori dalle grandi città. Beppe Grillo esulta: “Crescita lenta ma inesorabile”

Redazione

I Cinque Stelle non vanno al ballottaggio nei comuni capoluogo. Il comico sul blog: “Siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati”. Ma non è del tutto vero

Tutti in fila a cantar vittoria. Le elezioni, in Italia, finiscono sempre così. Difficile, il giorno dopo, trovare uno sconfitto. Ci sarebbe, a dire il vero, il M5s, che mentre cinque anni fa festeggiava la conquista di Parma e un boom elettorale inedito per un movimento all'esordio nella sfida delle amministrative, stavolta è rimasto fuori da tutti i ballottaggi nelle grandi città.

 

Ma Beppe Grillo, ovviamente, la vede diversamente. E sul proprio blog parla di una “crescita lenta, ma inesorabile”. “Il MoVimento 5 Stelle - esordisce nel suo post - è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale, in 225 comuni. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al MoVimento. La maggior parte delle città sono state conquistate da ammucchiate di liste civiche, capitanate da foglie di fico, fatte ad hoc per accaparrarsi voti sul territorio nascondendo il vero volto dei partiti. Senza di loro il Pd di Renzi altro che sindaci: avrebbe faticato a mettere anche solo qualche consigliere comunale! Stiamo assistendo alla lenta scomparsa di un partito che, con nomi diversi, era radicato sul territorio dal dopoguerra”.

 

“Il MoVimento 5 Stelle, con coerenza - prosegue Grillo -, si è presentato in tutte le città da solo e candidando le nostre persone, senza calcoli elettorali. In molte città, come a Palermo, siamo la prima lista, abbiamo confermato Roberto Castiglion sindaco di Sarego, facciamo gli auguri al neosindaco di Parzanica e ce la giochiamo al ballottaggio in una decina di comuni, tra cui Carrara. Rispetto al 2012 abbiamo triplicato i ballottaggi (furono solo tre all'epoca) e siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati”.

 

 

In realtà su questo ultimo punto ci sarebbe qualcosa da ridire. In termini di voti assoluti le liste del MoVimento 5 Stelle, nei comuni capoluogo al voto, hanno effettivamente “guadagnato” circa 10 mila voti. Nel 2012, però, non si erano presentati a Rieti, Catanzaro e Oristano (3.802 voti). E cmq a spingere in territorio “positivo” il M5s sono soprattutto la “patria” di Beppe, Genova (+7.455 rispetto a 5 anni fa), e la città dove i grillini hanno investito di più in termini di campagna elettorale, Palermo (+8.435). Che compensano ampiamente il crollo di Parma (-11.411), dove però il comico genovese non si è fatto minimamente vedere.

 

Così, mentre festeggia la “crescita lenta, ma inesorabile”, Grillo si scaglia contro chi dice il contrario: “Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del MoVimento, sulla fine dei Grillini. L'hanno detto dopo le politiche, dopo le europee, dopo le regionali, dopo il referendum. Fate pure anche ora. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli. Noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada. A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Il 5 novembre ci saranno le regionali siciliane e ci mobiliteremo per far sì che quella splendida isola diventi la prima regione a 5 Stelle. Dopo ci saranno le politiche e l'obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L'importante è non mollare mai”.