Beppe Grillo (foto LaPresse)

Il fronte “meno male che Silvio c'è” spaventa Beppe Grillo

Redazione

Il leader del M5s attacca Zanda e la sua idea, lanciata in un'intervista al Foglio, di un patto Pd-Forza Italia: “Vogliono impedirci di andare al governo nonostante la volontà popolare”

Meno male che Silvio c'è. Lo aveva spiegato qualche giorno fa, sulle pagine del Foglio, il vicepresidente dei senatori Pd Alessandro Maran. Una lunga lettera che, prendendo spunto da quanto successo negli ultimi anni (la nascita del governo Letta, l'arrivo a Palazzo Chigi di Matteo Renzi, il patto del Nazareno, l'elezione di Sergio Mattarella, la vittoria del no al referendum del 4 dicembre), provava a costruire una prospettiva, un'ipotesi politica, per il futuro dell'Italia. 

“Andrebbe ribadito - scriveva Maran citando il politologo Paolo Feltrin - che il momento in cui la parabola di Renzi è cominciata a declinare è stato quando ha deciso, senza alcuna visione strategica, 'di rompere con Berlusconi, scegliendo di candidare Mattarella senza concordare con lui la candidatura'”. Per poi concludere: “C’è una parte maggioritaria dell’Italia che vuole liberarsi dalla dittatura dei Tar e non si è ancora rassegnata a Casaleggio” per questo “il fatto che il leader di Forza Italia cerchi di ritagliarsi un (nuovo) ruolo alternativo al grillismo, è una buona notizia”. Insomma il messaggio era chiaro: se si vuole recuperare la “spinta riformista” di cui il Paese ha bisogno, la strada non può che essere quella di un rinnovato patto tra Pd e Forza Italia.

 

Un concetto ribadito questa mattina, in un'intervista al Foglio, anche dal presidente dei senatori Pd Luigi Zanda. Per Zanda la contrapposizione è netta: da un lato i “partiti democratici che credono nella democrazia parlamentare rappresentativa”, dall'altra i “Cinque stelle vogliono la democrazia diretta che, francamente, non ho ben capito cosa sia”. In quest'ottica è importante, sottolinea, che il Pd sostenga “Forza Italia a progredire sempre più verso un livello di democrazia liberale europea”. E che i “partiti democratici" facciano fronte comune.

La cosa, ovviamente, non è piaciuta a Beppe Grillo che dal suo blog si è scagliato contro il Foglio e contro il senatore Democratico. “Zanda - scrive - propone che tutti contrastino il MoVimento 5 Stelle per impedirgli in tutti i modi e con chissà quali giochetti di andare al governo nonostante la volontà popolare. Un intento eversivo e pericoloso”.

E ancora: “La sovranità appartiene al popolo, come stabilisce l'articolo 1 della Costituzione, non ai partiti. Zanda si fa scudo dietro la difesa della democrazia rappresentativa, da proteggere contro l'avanzata della democrazia diretta che definisce "dittatura dei clic" togliendo ogni dubbio a chi pensava fosse una persona di buon senso. La democrazia rappresentativa è in crisi irreversibile, il web però può salvare e migliorare la democrazia. Chi contrasta questa evoluzione lo fa perché vuole tenere il popolo lontano dalle stanze dei bottoni, il MoVimento 5 Stelle vuole dare una stanza dei bottoni a ogni cittadino. Chi contrasta questa evoluzione lo fa perché vive nel passato, il MoVimento 5 Stelle è proiettato nel futuro”.

 

Contro Grillo i senatori Pd Laura Cantini, Stefano Collina, Andrea Marcucci e Francesca Puglisi: “Oggi il bastone di Grillo si abbatte contro il Foglio ed il presidente Zanda. M5s è già oltre la democrazia rappresentativa. A Genova con i nomi imposti, a Palermo con le firme false, a Roma e dovunque governi con il caos, è già ampliamento orientato verso un modello autoritario. Lo stalkeraggio contro i giornalisti sgraditi, finanziato con i soldi pubblici, lo conferma drammaticamente. Il direttore del Foglio domani si troverà sotto la redazione la telecamera di Nik il nero?”. “L'ex comico - aggiungono - eviti di citare Norberto Bobbio a supporto delle sue allucinazioni, scriva piuttosto di Putin, come vero riferimento dell'azienda Casaleggio che si è creata e gestisce il M5s”.