Gabriele Romagnoli, il nuovo direttore di Rai Sport

Il caso Romagnoli-Milano, Daria, massimo e i cdo boys

La Rai è cambiata, tutti quei vaffanculo sono citazioni di Piero Ciampi

Anonimo Rai

Ho chiamato il mio collega e siamo andati insieme nel peggiore dei posti in cui uno che lavora in questa azienda potrebbe andare: Saxa Rubra. Eravamo lì che camminavamo per i vialetti quando ad un certo punto sentiamo gridare “Ma vaffanculo, va!”.
Subito curiosi ci infiliamo dentro e vediamo Romagnoli, il nuovo direttore di Rai Sport.

Basta stronzate! Ora cultura! Solo cose alte! Chissenefrega degli ascolti, chissenefrega della politica, tanto sta per arrivare ‘na barca de sordi dar canone!”: l’altra mattina mi ero alzato bene, ero gasato. Alla fine mi ero convinto, mi sentivo anch’io uno dei Cdo boys.

 

Così, siccome ero super positivo, ho pensato di mettermi subito alla prova: ho chiamato il mio collega e siamo andati insieme nel peggiore dei posti in cui uno che lavora in questa azienda potrebbe andare: Saxa Rubra. Eravamo lì che camminavamo per i vialetti quando ad un certo punto sentiamo gridare “Ma vaffanculo, va!”.

 

Subito curiosi ci infiliamo dentro e vediamo Romagnoli, il nuovo direttore di Rai Sport: il vaffanculo l’ha detto lui mentre stava parlando con la redazione di Milano, è inequivocabile.

 

Non avevamo ancora detto bah che il cdr già era schierato a testuggine, come i gladiatori di Massimo Decimo Meridio, e stava per piantare un casino di quelli che restano nella storia.

 

A quel punto però entro io: “AAAlllttt!”. Il mio collega mi guarda attonito ma io vado avanti, animato dal sacro spirito della nuova Rai: “Ma ragazzi! Vecchi che siete! Sempre a ragionare con gli schemi del passato, sempre a guardarla con gli antichi paraocchi da Rai lottizzata! Ma era chiaro, no? Romagnoli mica voleva mandare affanculo i suoi redattori! Era una citazione! La Rai ora è cambiata, è una media company, i riferimenti sono ben altri, mica i vostri, che siete fermi ai film stracult di Marco Giusti: no! Questo era Ciampi, Piero Ciampi!”.

 

A quel punto il mio collega mi afferra per un braccio temendo il linciaggio ma io vado avanti, completo la citazione: “Questa era Adius: Sono quarant’anni che ti voglio dire / ma vaffanculo / Ma vaffanculo te e tutti i tuoi cari / ma vaffanculo”.
Romagnoli non ha ben capito, ma mi viene dietro: “Esatto: te e tutti i tuoi cari. Ma vaffanculo!”, continua a gridare verso il redattore di Milano, e a quel punto il mio collega mi trascina via.

 

Mentre torniamo a Mazzini (in taxi: nonostante la spending review io un blocchetto ce l’ho sempre) rifletto che Ciampi è esattamente il simbolo della nuova Rai: com’erano tutti quegli aggettivi che aveva usato Cdo? Tradizionale e pop… boh… insomma: Ciampi secondo me va bene, no? Era un ubriacone ma lo conoscono in pochi…cioè: non è che è Venditti, er cuppoloneee… no, Ciampi lo ascoltano i maledetti, va bene: è quella nicchia che però puoi dire che è pop, è perfetto.

 

Così, mentre ci penso, passo davanti alla stanza di Daria e sento lei che dice: “tu no, tu no, tu no…”: non ce la faccio, spalanco la porta e dentro c’è Giannini. “Massimo! Ma è Ciampi!”. E inizio a cantare, rivolto a lui: “I milioni di rinunce / che ti ho fatto fatto sopportare / le ho pagate care…”. Quello ascolta per un po’ e poi mi dice “Ma vaffanculo, va”, e io, felice che anche lui si sia subito adeguato alla nuova Rai ciampiana, lo fermo subito e lo correggo: “No! quella era Adius! Quella la cantava già Romagnoli, io per te cantavo “Tu no” ma lui non capisce e continua a mandarmi affanculo quindi – anche per non indispettire Daria con tutte quelle parolacce – me ne vado.

 

Mi allontano verso la macchinetta delle bibite e penso: bene, dai, vedi che sono sulla strada giusta? La chiave era Ciampi, l’ho capito prima di tutti, sono anche io un Cdo boy! Mentre cammino mi ritrovo a Raidue. E a un certo punto non ci credo: da una porta sento: “Ma che buffa che sei / ogni cosa che fai / ha troppi strani motivi”. Sono alle stelle, oramai è Ciampi mania: mi infilo dentro e continuo – cantando – la strofa: “…tranne una / e la sai: l’amoreee”… ma in un secondo è il gelo perché mi accorgo che dentro ci sono Porro e la Dallatana. Io: “Grande Nicola! Anche tu cantavi Ciampi!”, solo che pure quello inizia a mandarmi affanculo e allora io mi stanco anche un po’, perché penso tra me e me: vabbè, ragazzi, però mica sempre Adius, no? Ce ne sono tante altre belle, non potete fissarvi con quella. Insomma, avevo trovato una chiave ed ero contento. Solo che in quel momento mi arriva sul telefono un’agenzia: “Il Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto e la direttrice generale della Mongolian National Public Radio and Television, Oyundai Tsagaan, hanno firmato questa mattina un Protocollo (…) La firma, alla presenza dell’ambasciatore della Mongolia in Italia, Shijeekhuu Odonbaatar…”. Io penso: no, dai è uno scherzo. La faccio leggere al mio collega che garantisce: “tutto vero”. Rispondo: “non mi prendere in giro, ma vaffanculo, va”. E lui: “Ma lo sai che c’è una canzone di Piero Ciampi che…”.