Ignazio Marino (foto LaPresse)

Renzi licenzia Marino

Redazione
Il premier e Orfini scaricano il sindaco di Roma dopo lo scandalo delle presunte spese ingiustificate con la carta di credito del comune. E in giunta si dimettono tre assessori

"Il destino della giunta è segnato", ha detto l'assessore ai trasporti Stefano Esposito. Sono le ultime ore di Ignazio Marino in Campidoglio, il sindaco adesso impigliato anche in una opaca storia di rimborsi spese. Il Pd, che esprime la maggioranza in consiglio comunale, e che sembrava voler difendere il sindaco forse al fine di evitare pericolose elezioni anticipate, ha decisamente cambiato atteggiamento. Adesso Marino è solo. La resa dei conti politica potrebbe consumarsi in queste ore, già nella  riunione di Giunta convocata in Campidoglio alle 13. Durante la riunione, l'assessore ai Trasporti del comune di Roma, Stefano Esposito, si è dimesso. Nell'intervento tenuto in giunta, Esposito avrebbe sottolineato l'ineludibilità delle dimissioni dell'esecutivo, sottolineando che a questo punto più che 'gridare al complotto' bisogna andare tutti a casa. Secondo indiscrezioni, anche gli assessori Marco Causi, vicesindaco con delega al Bilancio, Luigina di Liegro assessore al Turismo hanno ufficializzato la rinuncia al mandato. Marco Rossi Doria, assessore con delega alla scuola, non ha ancora formalizzato le dimissioni.

 

Secondo indiscrezioni, il Partito democratico potrebbe tentare di forzare la mano per spingere Marino a lasciare la poltrona di sindaco con delle inaudite dimissioni di tutti gli assessori del centrosinistra. Già questa mattina il presidente del Partito democratico e commissario del Pd di Roma, Matteo Orfini, aveva incontrato Marino facendo pressioni per ottenne le dimissioni.

 

"La situazione non è più sostenibile", avrebbe spiegato anche il premier Renzi ai suoi uomini di Palazzo Chigi. Secondo le agenzie di stampa, Marino starebbe tentennando e avrebbe già ipotizzato ieri un suo possibile passo in dietro. Secondo le stesse ricostruzioni, sarebbe però stato convinto a rimanere al suo posto da uno dei suoi principali collaboratori, Alessandra Cattoi, assessore al patrimonio. Riferiscono fonti del Campidoglio che, dopo il colloquio con Cattoi, Marino avrebbe inviato un sms a Vittoria Baio, presidente dell'Assemblea di Roma Capitale: "Io non me ne vado, rimango al mio posto". La situazione appare fluida.

 

   
Oltre che su Marino, però, molte critiche del Pd romano si stanno concentrando anche sul commissario del partito a Roma, Matteo Orfini, da sempre a difesa di Marino anche nel momento più duro per la sua giunta, quando il premier mise pubblicamente in discussione la capacità di governare del sindaco.

 

[**Video_box_2**]Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulle presunte spese ingiustificate del sindaco con la carta di credito del comune. Spese la cui legittimità Marino ha difeso, salvo però aver provveduto alla restituzione di ventimila euro alle casse del Campidoglio. Il resto ipotizzato è di peculato.