Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Una Rentrée da Cav.

Zitto e Cav.

Salvatore Merlo
Berlusconi gli ha appena dato una sòla niente male ma Sallusti lo perdona: sta preparando magie. Altro che rentrée. E’ sparito. “E più sparisce, più rende interessante il presupposto del suo rientro”.

Roma. Altro che rentrée. E’ sparito. “E più sparisce, più rende interessante il presupposto del suo rientro”, dice Alessandro Sallusti. “Vedrete”. Intanto va a Mosca, da Putin. “E mi ha fatto un danno pazzesco, perché doveva venire alla festa del Giornale a Forte dei Marmi questo fine settimana. Ma il suo è un silenzio che parla”. Nella bocca chiusa non entrano le mosche, diceva Don Chisciotte. “E la sua sparizione è politica. Il Cavaliere sparì agli albori del governo Monti, quando abdicò, e poi ribaltò i tecnici. Una volta sparì a Malindi, in Kenya da Briatore, e poi ribaltò il Pdl”. L’arte del tacere non sempre è mutismo, ma può rivelarsi una risorsa della comunicazione? “In politica, come negli affari, se sbagli i tempi sei morto”. Ma il Cavaliere è in difficoltà: per questo rinvia, tace, sparisce.

 

“Né lui né Renzi sanno che cosa fare, entrambi sono alle prese con la rotta dei rispettivi eserciti parlamentari. Ma con una differenza: Renzi è obbligato a fare la guerra, Berlusconi può anche restare nelle retrovie e guardare. Per poi ripresentarsi, con un balzo, con una nuova prestidigitazione”. E quale? “Potrebbe fare qualsiasi cosa: sposarsi con Salvini, ricandidarsi, chiudere e riaprire un partito…”. E insomma il Cavaliere come quel personaggio di Pirandello, Serafino Gubbio operatore: “Io mi salvo, nel mio silenzio, col mio silenzio, che m’ha reso così – come il tempo vuole – perfetto”. Ma che c’è nel silenzio del Cav.? “Nel silenzio di Berlusconi c’è Renzi che diventa matto”. Ma va’. “Ha persino accelerato la febbre di annunci”. Tipo? “Appena Berlusconi ha detto che va da Putin, lui ha ipotizzato un ritiro delle sanzioni alla Russia”. E’ un caso. “Secondo me no”.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.