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Il ratto delle anziane e dei minori: i crimini invisibili e i russi in Ucraina
Da Hrabovs’ke alle regioni occupate, deportazioni forzate colpiscono vecchi, bambini e adolescenti. Le cifre oscillano tra decine e centinaia di migliaia, mentre Mosca criminalizza i giudici che indagano sui rapimenti
“Il ratto delle anziane”, intitolavano ieri alcuni resoconti su Hrabovs’ke, oblast’ di Sumy, Ucraina nordorientale, al confine con la Russia di Belgorod. Un’incursione della 36a Brigata russa ha prelevato e deportato sabato, dal villaggio distrutto e svuotato, gli ultimi 50 residenti, vecchi e irriducibili - di quelli troppo poveri e deboli per accettare di essere evacuati - compresa una donna di 89 anni. Alcune fonti ucraine dicono invece di una maggioranza di uomini. Si capisce che fosse difficile resistere all’assonanza rovesciata col ratto delle Sabine, là giovani e vergini, qui donne in età. Dunque a interrogarsi su come il Giambologna della Loggia dei Lanzi avrebbe scolpito una vecchia contadina di Hrabovtske. L’hanno fatto, comunque. Il ratto di bambine ragazze e giovani donne è affare quotidiano sulla terra, e ha i suoi campioni impuniti, Boko Haram, i boia sudanesi, gli islamisti con le donne yazide, che anche loro non badarono ai limiti di età, sarebbero servite tutte.
Quanto ai giovanissimi, bambini e bambine, ragazze e ragazzi, Zelenskyj ha detto che al 1° dicembre i restituiti erano 1.859. Che almeno 19 mila e 500 restavano fra i deportati e identificati. 1 milione e 600 mila minori si trovano ancora nei territori occupati dai russi.
Il difensore civico ucraino Dmytro Lubinets calcola che possano essere fino a 150 mila i rapiti e portati via, e la commissaria presidenziale per i diritti dei minori Daria Herasymchuk 200-300 mila. Cifre mostruose comunque, e ancora mostruosamente incontrollate. Di due minori, un bambino e un’adolescente, è stata denunciata la deportazione in Nord-Corea.
Come si ricorderà, i mandati di arresto del 2023 della Corte Penale Internazionale, nei confronti di Putin e della Commissaria russa per i diritti dei minori Maria Lvova-Belova, riguardarono le loro responsabilità nei rapimenti illegali di minori. Uno dei giudici firmatari di quei provvedimenti e vicepresidente della Corte, l’italiano Rosario Salvatore Aitala, è stato condannato, insieme ad altri giudici e procuratori della Corte, da un tribunale russo, una settimana fa, a 15 anni di galera per aver “perseguito persone innocenti” e per “tentata violenza contro persone che godono di protezione internazionale”.