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La tenace campagna di pedagogia della viltà in cui è immersa l'Italia

Adriano Sofri

Siamo il paese di Maramaldo: si raccolgono firme per un referendum popolare che “abroghi” la possibilità di sostenere con le armi l’Ucraina (ma siccome non si può dire "Ucraina" si dice "qualunque paese al mondo")

Ehi, promotori. Così, siccome l’appetito vien mangiando, si raccolgono firme per un referendum popolare che “abroghi” la possibilità di sostenere con le armi l’Ucraina. (Siccome non si può dire: l’Ucraina, si dice qualunque paese al mondo. E si intitola l’iniziativa: “Ripudia la guerra”, che non è male come quesito. “Ehi tu, ti va di ripudiare la guerra?” “No, io vado pazzo per le guerre! Facciamone un’altra. Altre due”).

Più di un anno fa scrissi questo: “Non armare qualcuno è una nobile idea, a condizione di disarmare qualcun altro. Se no, no”. Allora, non riuscivo ancora a credere che si potesse mobilitarsi per disarmare un paese che resisteva a un’invasione. Che si potesse impegnarsi a non armare qualcuno, senza contemporaneamente disarmare qualcun altro, e precisamente non armare qualcuno che si difende e resiste senza disarmare quell’altro armato fino ai denti che lo aggredisce.

Più di un anno fa non sapevo immaginare che la democrazia, e uno dei suoi strumenti potenzialmente preziosi come il referendum, venissero piegati alla scelta di agire come una quinta colonna delle autocrazie. Così come riuscite a figurarvi di non armare un paese che si difende contro uno che lo vuole cancellare, riuscite a figurarvi un referendum in Russia sul ripudio della guerra? In Bielorussia? In Cina?

Quesiti mi vengono in mente. Se uno stato qualsiasi, e specificamente uno stato dispotico e criminale, invadesse l’Italia, vi battereste per impedire una resistenza armata? Sentireste illeso il vostro ripudio della guerra grazie alla cortese decisione dell’invasore di dichiarare che la sua non è una guerra, ma un’operazione speciale? Vi opporreste all’eventualità che i paesi cui siete alleati sostenessero la difesa armata dei vostri connazionali inadatti alla resa?

L’Italia è davvero il paese più amante della pace nel mondo libero? Nuove vecchie avanguardie leggono così la Costituzione uscita da una resistenza civile e armata all’occupazione, grazie al sostegno d’altri, vittoriosa, e a una guerra civile armata vittoriosa di antifascisti contro nazifascisti. Sicché la Costituzione ripudia la guerra, e si premura di avvertire delle circostanze in cui il ricorso alle armi può essere necessario – fino a escluderle dalle deroghe costituzionali. I commi che vorreste cancellare. La resa preventiva. Senza se e senza ma – il vostro motto prediletto. Raschiamo via i se e i ma dalla Costituzione, per farla più bella.

Non so decidere quanto una parte accecata dell’Italia sia, come si dice, “filorussa”, e quanto “antiucraina” – quanto antiamericana è più facile. E’ in corso, in Italia (non solo, naturalmente, ma di più: noi siamo quelli “di più”) una tenace, sistematica, campagna di pedagogia della viltà. Non ha madri né padri, questa Italia: non il Mazzini della Repubblica romana né l’Enrichetta di Pisacane, non il Cavour della guerra di Crimea, non il Garibaldi dei Mille, non i volontari illusi dell’interventismo democratico, non i partigiani – donne e uomini. Siamo il paese di Maramaldo. Ebbe torto quel passante di governo che contrappose la pace all’aria condizionata. Questo paese, la sua anima eletta, magnanima, non conosce mezze misure. Vogliamo tutto, e subito: pace e aria condizionata. Guerra e buio e gelo siano affare d’altri.

Una potenza armata di tutto punto – è tutto quello che ha, il benzinaio atomico, gas e armi – aggredisce un paese indipendente, garantito dal diritto e dalla stessa firma dell’aggressore: volete voi dare il vostro contributo a che l’aggressore armato fino ai denti abbia gioco più facile nel sopraffare e cancellare l’aggredito?

So che cosa avete in mente, promotori. Vi ricordate dell’altra volta. Vinse Barabba. Ho l’impressione di conoscere il sentimento che ha preso qualcuno di voi. Vi eravate illusi di andarci vicino coi vaccini: minoranza rumorosa sventata dalla famigerata maggioranza silenziosa. Ora vi sembra a portata di mano, finalmente, imprevedibilmente – in extremis, per così dire – l’ebbrezza dell’intero: la maggioranza rumorosa.

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