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PICCOLA POSTA

Il Papa parla come se gli umani potessero già vivere nella storia della fraternità

Adriano Sofri

Gli avvenimenti che scuotono il mondo dalle fondamenta, com’è una guerra di aggressione, non possono essere considerati come una iattura accidentale: dimenticarlo rende complici dei prepotenti. Francesco sta là in mezzo, non lo ignora, conosce la pena dell’impotenza ma non può uscirne

All’indomani dell’invasione dell’Ucraina, Greta Thunberg manifestava davanti all’ambasciata russa. Passò piuttosto inosservata, se non sbaglio. Peccato. La sua iniziativa era ragionevole fino all’ovvietà: un paese ne aggredisce un altro, si protesta contro il paese aggressore e per solidarietà con il paese aggredito.

Poiché la ragionevolezza, per non dire la ragione, è volata via da questo mondo, a distanza di otto mesi e mucchi di morti e macerie si svolge una disputa sull’eventualità di manifestare davanti all’ambasciata russa, considerata dai più come un tradimento dell’amore per la pace. Ora Greta ha dato l’intervista in cui dice, non so se estemporaneamente o avendoci ben riflettuto, una cosa che fa qualche scalpore: se le tre centrali nucleari, o una o due di loro, sono ancora attive in Germania, tanto vale tenerle in funzione piuttosto che rinunciarvi e ripiegare sul carbone. Energia nucleare e carbone sono ambedue nemiche del pensiero ecologista, due mali. La Germania di Angela Merkel credette di potersene liberare insieme, ma al costo di una dipendenza enorme – pressoché la metà del fabbisogno – dal gas russo. Dipendenza materiale tradotta, come si sa, in dipendenza politica e affaristica. Ora il nodo è venuto al pettine. La risposta di Greta è un esempio di buon senso pragmatico.

E però è anche un colpo alla posizione dei Verdi tedeschi, per i quali una marcia indietro sul punto delle centrali nucleari è un sacrilegio. Può darsi che abbiano, se non ragione, buone ragioni. Ma l’episodio è straordinariamente rivelatore, dal momento che non si tratta più del luogo comune della “purezza incontaminata” dei verdi, del “saper dire solo no” e simili. I Verdi tedeschi, nella loro parte più vasta e significativa, e nella loro determinante partecipazione al governo, hanno preso la posizione più netta e impegnativa nella difesa della resistenza armata ucraina, superando di colpo molti supposti tabù. La verità è che avvenimenti che scuotono il mondo, e comunque il nostro mondo, dalle fondamenta, com’è una guerra di aggressione, non possono essere considerati come una iattura accidentale, una dannata distrazione dalla questione principale e pressoché unica: il clima, la salvezza del pianeta dalla distruzione che incombe per mano umana, la mano pacifica quanto quella militare.

Chi si è incolonnato nel pacifico esercito volontario che chiama il genere umano alla corresponsabilità nella riparazione, e tutti fra sé confederati estima a questo fine, il più magnanimo dei fini, non può ignorare né guardare con fastidio come un inciampo l’eventualità che una parte del genere umano, lungi dal confederarsi, decide di accanirsi contro un’altra parte in nome delle vecchie porcherie della vecchia storia, il potere, il virilismo, la violenza – e la protrazione della domanda di idrocarburi, tanto più quando il primattore di questa resistenza della vecchia storia è un infimo benzinaio con l’atomica. Tutto questo è così ragionevole da essere ovvio. Però non succede, soprattutto da noi. Succede anzi che i più dediti e fervidi seguaci dell’ecologia integrale e sociale, della conversione, dell’altro stile di vita, disprezzino lo stile di vita e di morte dei loro simili tesi a resistere alla vecchia infamia che rende la loro aria irrespirabile. Gli umani vivono dentro due storie, e continueranno a farlo finché il sole eccetera: la storia delle contese fra umani, e la storia della solidarietà fra umani. Dimenticarlo rende complici dei prepotenti. Il Papa Francesco sta là in mezzo, non lo ignora, conosce la pena dell’impotenza e non può uscirne, perché fa il Papa. Parla come se gli umani potessero già vivere nella storia della fraternità. Chi non è il Papa dovrebbe evitare di farlo, penso.

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