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Caro Gratteri, il carcere è ancora una punizione corporale

Adriano Sofri

Il magistrato ha parlato in tono scandalizzato di uno stanziamento "di 28 milioni di euro per costruire le case dell’amore nelle carceri". Un doppio argomento demagogico: i soldi, e il rischio della trasmissione di messaggi all'esterno. Ma i detenuti in Alta sicurezza già non hanno restrizioni alle comunicazioni

Gentile Nicola Gratteri, ho guardato la sua conversazione a “8 e ½”, nella quale si è trattato anche dei nuovi progetti criminali contro la sua vita, che suscitano una solidarietà incondizionata e per così dire affettuosa. Incondizionata. 

Poi, io ho pensieri ed esperienze che mi fanno dissentire da alcune sue opinioni, e non mi aspetto che la cosa le interessi. Ma c’è un punto che lei ha voluto sollevare in un modo che mi sembra demagogico e dunque contrastante con la franchezza del suo discorso. Lei ha parlato in tono scandalizzato, e teso a scandalizzare, di uno stanziamento “di 28 milioni di euro” previsto dal governo per “costruire le case dell’amore nelle carceri dove si consentirà ai detenuti ad Alta Sicurezza di incontrare la moglie, la fidanzata o l’amante per 24 ore al mese. Immaginate in quelle 24 ore quanti messaggi si possono mandare all’esterno”. Ha insistito sul punto: “l’Alta Sicurezza”. 

In realtà, il tema cosiddetto della “affettività” in carcere, nel quale rientra la possibilità di avere un’occasione di intimità sessuale fra detenuti e detenute e loro partner, viene sollevato e discusso, senza superare ancora la fase pruriginosa, da decenni, ed è stato serenamente definito nella maggior parte delle carceri d’Europa. Da noi è ancora fermo al Senato, dove fu parcheggiato un disegno di legge della Regione Toscana poi affiancata anche dalla Regione Lazio. Lo stanziamento dei “28,6 milioni” dei ministeri della Giustizia e dell’Economia coprirebbe i costi, in più anni, se non equivoco, per dotare le Case circondariali di strutture, prefabbricati o fabbricati esistenti e adattati, in cui consentire gli incontri riservati con partner e famiglie. Il presupposto è la constatazione che la forzata esclusione dai rapporti sessuali neghi una parte essenziale della vita degli umani, come degli altri animali. In galera ciò che è essenziale, a cominciare dall’aria che si respira, viene concesso e distillato – l’ora d’aria. L’ora d’amore. 

La mutilazione della sessualità contraddice ogni bella parola sulla restituzione dei detenuti alla società. I nemici giurati di questa “concessione” rivelano nel linguaggio di cui si compiacciono di quale rieducazione avrebbero un urgente bisogno: legga pure commenti e guardi le figure che li accompagnano in certi siti penitenziari e non, frustrati ed eccitati. Lei non ha ceduto a questa tentazione, e ha invece spinto su altri due pedali: il denaro (in un periodo come questo, dicono quei commenti, con una pandemia alle spalle, una guerra, i cereali che marciscono nei silos di Odessa…) come se in tempi di vacche meno macilente la questione trovasse ascolto. E soprattutto, per la sua competenza, l’allarme sui “messaggi” che in quelle 24 ore potrebbero essere trasmessi fuori dalle mura. Ma l’Alta Sicurezza, che è un “circuito” carcerario (con tre sotto-circuiti) regolato solo da circolari e largamente arbitrario e inerte, non è il 41 bis, la cui principale ratio dichiarata è di impedire le comunicazioni fra i boss e le organizzazioni di provenienza. I detenuti in “Alta Sicurezza”, che sono infatti molti, quasi diecimila, non hanno, salvi casi specifici fissati dalle autorità competenti, i magistrati o il Dap, restrizioni alle comunicazioni tali da dover contare sul giorno mensile nella “casa dell’amore” (il casino, correggono quelli di cui sopra) per mandare messaggi all’esterno. 

Chiederei, al linguaggio franco di cui lei si vale, di rinunciare a un argomento che infierisce su una vera mutilazione corporale delle persone detenute – la galera è infatti ancora una, compiaciuta o distratta, punizione corporale – e che carezza lungo il pelo la paura per la sicurezza e il disappunto per l’umanità: “Ci hanno pure la televisione, e vogliono pure scopare!”.

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