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Per ora i tg danno spazio alle morti bianche, ma poi?

Adriano Sofri

Il nuovo direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, ha dichiarato che tra le aziende controllate, l'80 per cento non rispettava le regole di sicurezza. E quante sono queste aziende ispezionate? Il 5 per cento

Infortuni sul lavoro, morti cosiddette bianche: per il momento, giornali e telegiornali danno notizia di alcuni morti del giorno. Finché dura. (Quest’anno i morti saranno circa 1000, mille: dunque 2,7397… al giorno, a squartarli statisticamente). Lunedì i tg hanno dato spazio al nuovo direttore capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro, il magistrato Bruno Giordano, siciliano di Vittoria, da anni impegnato sulla sicurezza del lavoro. Curriculum solido, faccia affidabile (e nome, l’avrà inseguito fin da piccolo, Giordano Bruno), diceva: “Fra le aziende in cui ci sono state ispezioni, l’80 per cento non rispettava le regole sulla sicurezza”. E spettatrici e spettatori restavano a bocca aperta e aspettavano la replica del tg per sincerarsi che avesse detto proprio così. All’indomani della morte di Luana D’Orazio il ministro Andrea Orlando aveva detto che il tasso di irregolarità superava “quota 86 per cento”. Surreale. E quante sono le situazioni ispezionate? “Soltanto il 5 per cento delle aziende, con un rapporto di un ispettore ogni 5 mila imprese”. Orlando ha annunciato l’assunzione di 2.100 nuovi ispettori del lavoro.

In un’intervista del 2019 a Luce Tommasi per l’Anmil (l’associazione invalidi e mutilati del lavoro) Giordano aveva detto, a proposito del lavoro nero: “Irregolarità e incidenti sul lavoro possono coincidere. Quando sono stati fatti dei blitz nelle aziende, nel cento per cento dei casi sono state trovate violazioni alla sicurezza del lavoro”. Nel 2016 fu votata una legge, n. 199, per il “contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”. Commentava Giordano: “Prima dell’approvazione di questa legge c’erano stati solo una trentina di processi in sei anni. In tre anni siamo nell’ordine di migliaia. Si pensi al settore manifatturiero, al terziario, alla sanità, alle case di cura, alla logistica, alle ditte di trasporti, ai cantieri navali…”. Giordano auspicava “un’unica agenzia del lavoro”. “Esiste già l’Ispettorato nazionale del lavoro, che però ha compiti marginali. Quando si vuole fare un intervento dove si sospetta ci sia uno sfruttamento del lavoro, la Squadra mobile della polizia ha bisogno di raccordarsi con la Asl per le violazioni alla sicurezza, con l’Ispettorato del lavoro per le violazioni contrattuali e previdenziali, con gli ispettori dell’Inps e dell’Inail nonché con i carabinieri del lavoro. Ben sei organismi per andare ad accertare un reato, per il quale la legge prevede l’arresto obbligatorio in flagranza. Mi chiedo come sia possibile arrestare una persona nell’immediatezza del reato, prenderla per così dire con le mani nel sacco”. 
Buon lavoro.