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piccola posta

Prima i depistaggi, ora è la scarsità del personale che rallenta i processi

Adriano Sofri

Sull'annuale manifesto dei familiari delle vittime della Strage di Bologna si legge: “Svelare mandanti e depistatori nascosti nelle strutture dello stato rafforza la nostra democrazia e restituisce dignità al paese”. Contiamo su Cartabia

Ogni anno, l’Associazione tra i Familiari delle vittime della Strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 pubblica un suo manifesto: l’immagine della lapide coi nomi delle 85 “vittime del terrorismo fascista”, accompagnata ogni volta da una frase, o da brani delle sentenze e dei documenti processuali. (La prima volta, nel 1982, l’immagine era un dipinto di Renato Guttuso). Si possono vedere sul sito dell'Associazione. Ho riletto l’intera sequenza delle parole che anno dietro anno hanno scandito la rivendicazione di verità, lettura raccomandata. Come per altre stragi, a cominciare da piazza Fontana, e per altre sequele ostacolate e controverse, può succedere che divergenze sui risultati giudiziari si esacerbino fino a offuscare il sentimento dell’orrore e dell’insulto che ne venne a ogni coscienza. 

 

Ieri, nel 41esimo anniversario, il manifesto portava queste parole: “Svelare mandanti e depistatori nascosti nelle strutture dello stato rafforza la nostra democrazia e restituisce dignità al paese”. Nel suo discorso, Paolo Bolognesi, che da allora anima e guida l’Associazione, ha avvertito anche: “È un fatto significativo che ci sia il processo ai mandanti in corso e che alla commemorazione venga la ministra della Giustizia: per noi è un segnale di attenzione. Chiederemo una soluzione sull’apparato inquirente della procura generale. È aumentata la parte giudicante, va aumentata anche quella inquirente. Una volta si usavano i depistaggi, ora non vorrei che si usasse la scarsità di personale per rallentare i processi. Non voglio neanche pensare che questo governo abbia intenzione di andare in quella direzione”. A sua volta, la ministra Cartabia ha detto: “Quella nube che troppo a lungo ha coperto le responsabilità piano piano si sta sollevando e lascia vedere nuovi confini dell’accaduto. Rinnovo l’impegno del governo a fare concretamente la nostra parte, la mia per ciò che mi compete nell’offrire tutto il sostegno necessario. So bene che il lavoro è reso arduo dalla carenza di personale, ho più volte sollecitato il Csm a sbloccare un parere richiesto fin dallo scorso ottobre per la pianta organica di Bologna: speriamo che questo parere arrivi presto”. 

 

Ecco: speriamo proprio. Che non si aggiunga al cumulo di inciampi e depistaggi anche questo, ben difficile da spiegare, se non con l’aggravante dei futili motivi.