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PICCOLA POSTA

Un monumento di civiltà: il centesimo volume del Dizionario biografico italiano

Adriano Sofri

Pubblicato dalla Treccani, il Dbi contiene le voci relative a italiani variamente illustri dalla caduta dell’Impero romano d’occidente a oggi

 

Fra le notizie che i tempi infausti hanno offuscato c’è, se non mi sbaglio, quella davvero fatidica dell’uscita del centesimo volume del “Dizionario biografico degli italiani”, che completa l’opera progettata fin dal 1925 e uscita col primo volume, “Aaron-Albertucci”, nel 1960, alla vigilia del centenario dell’Unità d’Italia. Pubblicato dalla Treccani, il Dbi contiene le voci relative a italiani variamente illustri dalla caduta dell’Impero romano d’occidente a oggi, e defunti entro una certa data. Ai volumi già editi si sono aggiunti via via volumi di aggiornamento. L’intero dizionario è gratuitamente in rete e costituisce il più importante strumento per qualsiasi interesse che coinvolga personaggi italiani, raccontati in ricerche originali di studiosi specialisti. La comparsa della rete e l’avarizia civica eccitarono negli anni 90 il proposito di smettere la pubblicazione a stampa dell’opera, per fortuna sventato dall’insurrezione degli storici e del pubblico colto. Presentando l’ultimo volume a Bookcity Milano il mese scorso, Massimo Bray ha ricordato che a volere la digitalizzazione della Treccani e del dizionario fu nel 1995 Rita Levi Montalcini.

 

Naturalmente, la lettura in rete riduce il richiamo dell’opera a stampa fuori dalle biblioteche e dagli istituti italiani e stranieri che se ne dotano. Fa quasi scandalo e quasi tenerezza trovare il primo volume del Dbi in vendita in rete, “in condizioni di nuovo”, per 5 euro, e i primi 45 volumi a 224 euro. Si tratta di volumi rilegati di più di 800 pagine, con una elegante sovraccoperta (la sovraccoperta – era di Albe Steiner? Non mi ricordo – fu alla prima uscita occasione di un buffo incidente: il titolo stampato in grossi caratteri di diversi colori andava a capo sacrificando la grammatica alla grafica, sicché usciva così: “Dizionar / io biografi / co degli itali / ani”. Andò al macero). Il Biografico è uno dei più significativi e vitali monumenti civili di un paese. Farne la storia, com’è in parte già successo, vorrà dire fare la storia non solo della cultura ma dell’intera vita italiana dell’ultimo secolo. Dissensi sull’assegnazione delle voci, sulla loro ampiezza rispettiva, sulla considerazione con cui trattare i personaggi più “delicatamente” vicini nel tempo rispetto ai più distanti e “sistemati” portarono a cambiamenti e rotture nel governo del dizionario, come quando i condirettori Fortunato Pintor e Arsenio Frugoni, e con loro Claudio Pavone, se ne dimisero. Mio fratello Gianni, che al dizionario lavorò, ricorda la frase con cui Frugoni rivendicò allora la dignità della storia contemporanea: “La storia è sempre storia, e mai, in un determinato periodo, fatalmente cronaca”.

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