Il decreto sicurezza al servizio della paura e dell'economia illegale

Adriano Sofri

"Prima le persone" di Rossi e Flick smonta la demagogia salviniana

“Prima le persone”. Enrico Rossi e Giovanni Maria Flick hanno appena pubblicato un libro con questo titolo a cura di Pasquale Terracciano. Il libro racconta il ricorso della Regione Toscana contro il decreto Salvini. Il ricorso non è stato ammesso in via preliminare e senza valutazione di merito, con la motivazione che quella migratoria non è materia regionale (e siamo in tempi di autonomismo spinto e differenzista). Il libro illustra anche i contenuti di una legge regionale, “samaritana” (per alcuni un proposito, per altri un insulto), che vuole garantire su base regionale i servizi e i diritti che il decreto sicurezza ostacola: scuola, casa, assistenza sanitaria. Enrico Rossi pensa a una politica come arte del rimedio di fronte alle irrazionali e irascibili azioni legislative del governo. Flick ricorda che la Costituzione (art. 3 e art. 10) ha come obiettivo fondamentale la pari dignità sociale di tutti, cittadini e stranieri.

 

Prima del decreto Salvini una persona straniera giunta in Italia in fuga da guerre e dittature poteva chiedere allo stato italiano e ottenere da esso tre tipi di protezione: asilo politico, protezione sussidiaria e protezione umanitaria. Salvini ha abolito l’ultima delle tre, in aperto conflitto col Testo Unico sull’immigrazione (comma 3 art. 10) che la prevede. Sempre il Testo Unico stabilisce che tanto il cittadino straniero quanto quello regolarmente soggiornante abbiano diritto all’iscrizione anagrafica, per consentire ai comuni di fornire servizi e registrare le presenze. La cattiveria si insinua nei dettagli. Il decreto Salvini (art. 13) impone invece che il permesso di soggiorno per richiesta di asilo non sia più valido per l’iscrizione anagrafica. Sabino Cassese ha rilevato la contraddizione fra le norme. Solo in Toscana si stima che, a causa di questo cavillo sovranista, almeno cinquemila persone diverranno invisibili cadendo nel circuito dell’illegalità e della marginalità. Dove andranno a finire? Chi si occuperà di loro? Per il governo vanno chiusi i porti come le case e le strutture d’accoglienza. Va negato il soccorso in mare e in terra. Qualcuno ci guadagna, caporali o latifondisti davanti ai quali si allunga la fila dei lavoratori al nero. Campagne, risaie, agrumeti, vigneti e campi di meloni e pomodori vanno avanti a colpi di lavoratori sfruttati, umiliati, invisibili.

 

Il decreto sicurezza servitore di due padroni: la rendita elettorale della paura e la rendita criminale dell’economia illegale. La Regione Toscana ha avuto la sua legge, per la prima assistenza e il contrasto alla povertà assoluta. Rossi raccomanda di non intenderla in chiave etnicista, nel senso opposto alla chiave razzista con cui legiferano Salvini, Di Maio e Conte: è una legge per tutti. Con questo atto, anche grazie a una copertura di 4 milioni di euro oltre all’assistenza sanitaria (già assicurata da una legge del Rossi assessore che Berlusconi premier impugnò, perdendo), ci sarà certezza per le campagne vaccinali, per l’accesso ai nidi della prima infanzia e l’iscrizione scolastica, l’iscrizione alle graduatorie per l’assegnazione delle case e ai centri per la formazione e la ricerca di lavoro. Grande scandalo dei primaileghisti, quelli dell’indipendenza del Lombardo-Veneto dagli italiani poveri, cui pretendono di aggiungere il nazionalismo. C’è un federalismo e un regionalismo buono, illuminato, la Toscana ne fu la culla. Se lo ricorda ancora.