Andrea Camilleri (foto LaPresse)

Non in nome mio

Adriano Sofri

"Attenzione, stiamo entrando assolutamente in un regime di violenza e di prepotenza". La denuncia di Andrea Camilleri contro il trasferimento coatto dei migranti di Castelnuovo di Porto

“Ci tengo, quale cittadino italiano, a dire questa frase: NON IN NOME MIO. Mi spiego meglio. Lo sgombero avvenuto a Castelnuovo di Porto di una comunità di 535 migranti che erano riusciti perfettamente a integrarsi nella società italiana, con i bambini che da due anni frequentavano le scuole italiane, con gente che lavorava e pagava le tasse in Italia, ebbene questo sgombero è persecutorio, cioè a dire: Attenzione, stiamo entrando assolutamente in un regime di violenza e di prepotenza. Non solo di “difesa contro l’emigrazione”, oscena, perché i porti devono essere aperti a tutti, mai chiusi, perché i porti spesso sono la riva sognata da gente, da migliaia di persone. Gli si chiude la porta in faccia. Non solo: si comincia a perseguitare coloro che ormai sono italiani, integrati perfettamente. Questa è un’ossessione, rendetevene conto. NON IN NOME MIO. Io mi rifiuto di essere un cittadino italiano, complice di questa nazista volgarità”.

 

(Andrea Camilleri, in un video su Fanpage, 24 gennaio, un qualunque giorno per la memoria).

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