Proteste contro l'inflazione a Taez, in Yemen (foto LaPresse)

In Yemen il lavoro degli esperti dell'Onu continuerà ancora

Adriano Sofri

Venerdì il Consiglio ha votato per la prosecuzione dell’indagine, proposta da una mozione olandese

Avevo qui scritto della riunione di Ginevra del Consiglio Onu dei diritti umani che avrebbe deciso di mettere fine o di protrarre il lavoro del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sui crimini di guerra nello Yemen. Erano soprattutto l’Arabia Saudita e gli Emirati, alla testa di una coalizione sunnita, a volerne la fine. Venerdì il Consiglio ha votato per la prosecuzione dell’indagine degli esperti, proposta da una mozione olandese: i voti favorevoli sono stati 21 contro 8 contrari (il Consiglio comprende 47 membri).

 

In Yemen si conduce una micidiale guerra fra Arabia Saudita e Iran attraverso le fazioni interposte sunnite e sciite. Non esiste un conto affidabile delle vittime. Milioni sono i cittadini yemeniti, tanti bambini, che soffrono per la carestia di acqua potabile e pulita, cibo e farmaci – aggravata dal sabotaggio militare degli aiuti – per le malattie, soprattutto una vasta epidemia di colera, e per la devastazione di ogni struttura produttiva e civile. La sola economia fiorente è quella degli armamenti, impiegati senza risparmio sulla popolazione civile. La campagna saudita aveva preso di mira il prestigio personale del responsabile del gruppo di esperti, il tunisino Kamel Jendoubi, e aveva accusato il suo rapporto di ignorare deliberatamente le violazioni dei miliziani Houthi. Al contrario, il rapporto denunciava anche gli attacchi illegali dell’artiglieria e dei cecchini Houthi, il reclutamento forzato di bambini soldati, i rapimenti e le torture e il boicottaggio dell’aiuto umanitario. La prosecuzione della missione degli esperti era stata invocata da un appello firmato da centinaia di organizzazioni umanitarie e di personalità.

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