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A che punto siamo con la democrazia in Italia

Adriano Sofri

Non scherzo, benché non possa crederci, quando immagino Mattarella dimissionario

C’è quella formula di Pannella sulla Lega, 2004 addirittura: “Quelle che erano sgangherate sacche di nazismo di suburra, stanno diventando componenti, marginali (per ora) ma consistenti, della maggioranza di centrodestra, di governo, dei mass media nazionali”. D’altra parte si legge ora: “Traditori del popolo” (Di Maio). “Traditori della patria” (Di Battista). “Il Pd la pagheranno” (Di Maio). “Bivaccare è ignobile!” (Di Battista). “Se la democrazia rappresentativa fallisce… allora dovremo inventarci qualche altra cosa” (Di Maio). E’ curioso come la denuncia della democrazia rappresentativa, che in effetti è in grande affanno, vada raccogliendo l’adesione congiunta di chi ha perso milioni di voti e li rinfaccia al primitivismo degli elettori e di chi ne ha lucrati milioni e se ne sente defraudato dalle procedure democratiche.

Si fronteggiano fautori della democrazia inficiata dalle elezioni e delle elezioni pregiudicate dalla democrazia. Il governo neutrale sostenuto dal solo Pd e le elezioni balneari sostenute dai partiti grossi e gonfi. Non scherzo, benché non possa crederci, quando immagino Mattarella dimissionario. Magari con un messaggio al Parlamento (e alla nuora, gli italiani) che spieghi a che punto siamo con la democrazia in Italia. Quanto ai chierici, forse non ci sono più, forse hanno già tradito se stessi senza ritorno.