Sergio Mattarella (foto LaPresse)

A Mattarella non restano che le dimissioni

Adriano Sofri

Il paese della Merda d’artista di Piero Manzoni o dei peli in bustina di Tamara Baroni può davvero farsi impensierire dai capricci di Di Maio o Salvini?

L’Italia è il paese di Dante e Petrarca, di Leonardo e Michelangelo e Raffaello, e anche Pontormo, di Machiavelli e Guicciardini, di Vico e di Leopardi, di Alessandro Manzoni e di Piero Manzoni eccetera. Per venire a tempi più vicini, sto rileggendo “Patria” di Enrico Deaglio, il prequel sugli anni 1967-1977. Già nel 1961 Piero Manzoni aveva messo sul mercato a peso d’oro 90 scatole di Merda d’artista (prezzo d’asta recente di una, 275 mila euro). Negli anni ‘70 la rivista Zip allegò una bustina coi “Peli di Tamara Baroni”, ed ebbe un boom di vendite (cerchino i millennial alla voce Tamara Baroni su Wikipedia). Poco prima un gruppo di anarco-creativi aveva venduto a Milano confezioni di pietre garantendole originali di quelle lanciate a Sant’Elia, Cagliari, 1970, contro il Papa Paolo VI durante la sua visita apostolica in Sardegna, e si finanziarono una loro impresa. Ora, un paese così, un paese nella cui enclave romana si è dimesso perfino un Papa tedesco, un paese che rielesse presidente della Repubblica un uomo vicino ai novanta per altri sette anni, dovrebbe preoccuparsi per gli scherzi di poveri untorelli come Di Maio e Salvini e simili? Ieri un grande giornale intitolava (“dal punto di vista genetico”): “Gli italiani non esistono”. Che cosa farà Mattarella? Si dimetterà, penso. Glielo leggo negli occhi. Lo comunicherà ai membri delle due camere attraverso un invio personalizzato di dimissioni in scatola.

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