Zero concorrenza sui binari

Rocco Todero

La Regione Sardegna ha affidato il servizio di trasporto ferroviario passeggeri senza alcuna gara pubblica. La Corte di Giustizia europea ha dovuto prendere atto che si può fare.

E’ difficile comprendere quale possa essere la ragione dell’esclusione d’una procedura concorrenziale per l’assegnazione dei servizi di trasporto ferroviario ad un operatore pubblico o privato.

Eppure anche la disciplina europea, solitamente predisposta per obbligare gli enti pubblici ad individuare l’operatore che possa predisporre l'offerta migliore, relega in questo caso la concorrenza ad una scelta discrezionale delle amministrazioni che necessitano del servizio.

E’ del tutto legittimo, in altre parole, che una Regione decida d’evitare la noia del raffronto comparativo fra le differenti proposte avanzate dai diversi operatori del mercato ed assegni la gestione del servizio ferroviario per il trasporto passeggeri ad un soggetto individuato discrezionalmente.

Incredibile ma vero.

Nel 2017 la Regione Sardegna, infatti, ha affidato, in via diretta e senza alcuna previa gara pubblica, il servizio ferroviario di trasporto passeggeri per il periodo 2017 - 2025 a Trenitalia, nonostante altri due operatori del settore avessero richiesto di potere partecipare ad una procedura compartiva che prendesse in considerazione le offerte economiche e la qualità del servizio offerto.

L’AGCM, che per mestiere si occupa di promuovere e tutelare la concorrenza, ha proposto ricorso davanti al TAR Sardegna, lamentando come la manifestazione di volontà di altri operatori del settore ferroviario non fosse stata neanche presa in considerazione dalla Regione Sardegna e come l’affidamento diretto a Trenitalia non fosse stato in alcun modo giustificato da una valutazione di maggiore convenienza.

Il Tribunale amministrativo ha investito della questione la Corte di Giustizia Europea, alla quale, qualche giorno addietro, è risultato fin troppo facile, però, osservare come esista un apposito regolamento comunitario  (1370/2007) che riconosce la possibilità alle pubbliche amministrazioni di procedere, in materia di trasposto ferroviario passeggeri, all’aggiudicazione diretta senza previa procedura di gara.

Stavolta la colpa è dell’Unione europea, si dirà, e delle sue burocrazie irresponsabili non elette da nessuno.

Può essere, ma la Corte di Giustizia Europea si è tolta un sassolino dalla scarpa ed ha ricordato come in occasione dell’adozione del predetto regolamento comunitario la Commissione avesse proposto una disciplina all’insegna della promozione della concorrenza, i cui contenuti sono stati esplicitamente bocciati dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione Europea. Vale a dire dai rappresentanti degli Stati (Consiglio Europeo) e da coloro che troppo spesso ed erroneamente ritengono di esserlo (parlamentari europei).

La Commissione, in particolare, aveva previsto "per i contratti aggiudicati senza gara pubblica, che altri potenziali operatori potessero, nei sei mesi successivi all’avviso di pre-informazione, presentare all’autorità competente, in via opzionale, un’offerta per mettere in discussione i risultati precedentemente ottenuti dall’operatore in procinto di usufruire dell’aggiudicazione diretta del contratto. Secondo detta proposta, l’autorità competente doveva valutare tali offerte e rendere pubblici i motivi che l’avevano indotta ad accettarle o a rifiutarle."

Non se n'è fatto nulla, come detto.

Rimane l'amara constatazione che senza alcuna ragione plausibile la concorrenza continua a non correre sui binari, sebbene le amministrazioni pubbliche italiane possano optare liberamente per la procedura comparativa delle offerte del servizio ferroviario.

Perché?