Il ritorno di Angela Davis, rottame radical chic

Giulio Meotti
Chi si ricorda di Angela Davis? Pantera Nera, Premio Lenin dell’Unione Sovietica, ricercata dall’Fbi, candidata comunista alla vicepresidenza, docente in California e molto altro ancora. Sufficiente perché il Museo di Brooklyn le comminasse il premio femminista.

Chi si ricorda di Angela Davis? Pantera Nera, Premio Lenin dell’Unione Sovietica, ricercata dall’Fbi, candidata comunista alla vicepresidenza, docente in California e molto altro ancora. Sufficiente perché il Museo di Brooklyn le comminasse il premio femminista. A omaggiarla anche la signora delle signore Gloria Steinem, la moglie del sindaco di New York Bill de Blasio e Kathy Boudin, la terrorista dei Weather Underground condannata per omicidio nel 1981.

 

Lo spettacolo di Angela Davis al Museo di Brooklyn era ridicolo e spregevole. Angela Davis viaggia molto per il mondo in questi giorni. E’ venuta anche a Bologna, a protestare contro Angelo Panebianco, il guerrafondaio. E’ la stessa che ha sostenuto l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e dell’Afghanistan e che oggi deride l’occidente capitalista. Il solito abisso tra la retorica rivoluzionaria rancida e la realtà borghese confortevole di questi avvizziti radical chic. Pasionarie in pantofole coccolate dalla civiltà che hanno cercato di distruggere.

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  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.