It: capitolo 2

Recensione del film di Andy Muschietti, con James McAvoy, Jessica Chastain, Bill Hader, Isaiah Mustafa

Mariarosa Mancuso

“It” è un grande romanzo. Nessuno meglio di Stephen King sa raccontare gli spaventi: qui acrobaticamente escogita un mostro su misura per ogni ragazzino sfigato che abita a Derry, nel Maine, e trova consolazione (dalla famiglia, dalla balbuzie, dalla grassezza, dalla pelle nera, dal senso di colpa, dalla mamma ipocondriaca) nel Club dei Perdenti. Il clown Pennywise, sia detto a esclusivo uso dei neofiti, è solo uno dei travestimenti del maligno. Nessuno come Stephen King sa raccontare l’intervallo tra infanzia e adolescenza, un attimo prima delle tempeste ormonali (come racconta spudoratamente la serie Netflix “Big Mouth”). Il momento in cui i ragazzini all’idea di baciare le ragazzine pensano solo “che schifo”. Lì si collocano la serie “Stranger Things” e il film “Super 8” di J. J. Abrams – che sono apparsi all’orizzonte molto dopo, con il carico nostalgico dell’immaginario anni Ottanta. Con l’ormai classico “Stand By Me”, sempre tratto dall’universo King. Altro colpo di genio romanzesco: far tornare i ragazzini ormai cresciuti a Derry 27 anni dopo, chiamati in soccorso dall’unico rimasto in città, che ha sfogliato libri e archivi per far luce sui ricorrenti picchi delittuosi. Chiunque abbia vissuto in provincia, e sia riuscito a scappare verso la città, ha un brivido all’idea di tornare indietro. Figuriamoci quando l’occasione della rimpatriata è una promessa solenne: se il Male dovesse ritornare, il Club dei Perdenti si riunirà di nuovo per combatterlo.It” di André Muschietti raccontava la prima guerra dei ragazzini con la maligna entità che rende inquietanti gli impermeabili gialli e le barchette di carta. Ora siamo al secondo capitolo, con qualche flashback per amor di chiarezza e una lunga entrata in materia, sugli adulti che gli ex ragazzini sono diventati. Il prefisso di Derry già inquieta, uno si suicida prima di partire, sa che non reggerà. Un altro è diventato scrittore, mettendo a frutto le paure sue e quelle degli altri. Bisogna pur spiegare le cose a chi non ha letto il romanzo, ormai cannibalizzato dalla serie tv e dal cinema. Magnifici gli effetti speciali al ristorante cinese, quando il cibo prende vita.

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