Tutto quello che volete sapere sulla moda e nessuno aveva ancora avuto il coraggio di dirvi

Qual è la differenza fra pronto moda e fast fashion? che cosa rappresenta il pronto moda nel tempo pandemico? qual'è la percezione del tempo nella moda? Sei imprenditori di Centergross ci hanno spiegato qualche verità semplice

Che cosa è davvero il fast fashion e perché non è affatto fast, anzi. Che tempi ha il nostro desiderio. Che cosa è il chilometro zero nella moda. Abbiamo chiesto a sei imprenditori di Centergross, partner de “Foglio della Moda” di febbraio, di spiegarci qualche verità semplice. Quattro minuti di educational, e vi sarà tutto chiaro

La sostenibilità, il chilometro zero, il made in Italy, sono tutte formule e idee bellissime quando si capisce di che cosa si stia parlando. Ma, mentre il sistema del food negli ultimi trent’anni è diventato molto trasparente nella propria comunicazione, per cui tutti sappiamo orientarci, la moda, più di qualunque altro settore, è abile nel mescolare linguaggi e semantica, per cui il mondo che la moda compra e veste, cioè tutti noi, difficilmente riusciamo a distinguere, per esempio, la differenza fra fast fashion e pronto moda, che è come dire il fuoco e l’acqua. Il primo ha una filiera lunghissima, il secondo viene prodotto entro un raggio di cento chilometri. Per questo, abbiamo chiesto di spiegarlo a sei imprenditori del Centergross, il quarto polo della moda in Italia, un milione di metri quadrati di superficie totale, 680 imprese che formano una filiera completa fra brand della moda, specialisti in tessuti e accessori, operatori del commercio e dell’alta tecnologia, fornitori di servizi per 6 mila addetti e un fatturato complessivo superiore ai 5 miliardi di euro. Abbiamo messo davanti a una telecamera Cinzia Lolli, stilista di Sophia Curvy; Emanuele Bianzale di Nous Fashion Group; Enrico Corradini, titolare di La Squadra srl (Le streghe-Déjà Vu-Over), Francesca Maiorani, fashion coordinator di Imperial woman collection, Michela Grandi di Kontatto e Vittorio Pedri, fondatore e designer di Loft1. A tutti abbiamo rivolto tre domande.

La prima: quale sia la differenza fra pronto moda e fast fashion.

La seconda: che cosa rappresenta il pronto moda nel tempo pandemico (la capacità di adattamento, rafforzata e guidata da una produzione locale, dice Bianzale).

E, infine, quale sia la percezione del tempo adesso, nella moda. Non sono nella produzione ma anche nel desiderio, tema portando del numero di questo mese.

Quanto siamo disposti ad attendere per quello che vogliamo? Be’, molto poco, par di capire dalle parole di Lolli o da quelle di Grandi: i social guidano le tendenze, e fra una “story di successo” e il tempo in cui chi l’ha guardata vuole trovare il capo del desiderio in negozio o online deve trascorrere davvero poco tempo. Quanto? Quindici-venti giorni. “Bisogna essere sempre dinamici nell’’intercettare le tendenze e riproporle, ma anche a fare ricerca in tutto il mondo”.

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