Una scena di Lei (Her), film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze

Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Conoscersi online

Andrea Ballarini

Le nuove generazioni a quanto pare si incontrano sempre più in questo modo, quelle un po’ meno nuove cercano di adeguarsi, ma le difficoltà sono comuni a entrambe. Ecco cosa pensarne e, soprattutto, cosa dirne

  • Avere un’amica che ha teorizzato il problema di conoscere degli uomini online: quando poi li si incontra de visu, nell’angolo in basso a destra compare automaticamente il countdown indicante quanto tempo rimane prima che gliela si debba dare o, in alternativa, che lui perda ogni interesse ad approfondire la conoscenza. Dolersene.

     

  • Essere uscite con un bel tipo, cinquantenne, affermato professionista, di piacevole conversazione. Essere rimaste lievemente disincentivate nel momento in cui si è scoperto che in camera da letto conservava un manichino con l’uniforme del padre, generale della Guardia di Finanza.

     

  • Se al primo appuntamento ti porta a cena in un ristorante tre stelle e ordina in francese per entrambi, defalcarlo dalla propria agenda dopo averelo schedato come freak control. Ugualmente se vi porta da “Giggi er monnezzaro” perché la coratella come la fanno qui... scartarlo dopo averlo schedato come coglione.

     

  • Rimpiangere la prosa fiammeggiante degli annunci personali di una volta: “Distintissimo, 55enne, amante lepidotteri, funzionario pubblico, ottima cultura, non grasso, incontrerebbe piacente 25-40enne, pulita, scopo amicizia o altro.”

     

  • Avere avuto una fugace e tempestosa relazione con un uomo sposato, poi averla interrotta non a causa della moglie, bensì perché lui commerciava in armi da guerra.

     

  • Stante che lo scopo più o meno dichiarato è portarsi a letto qualcuno/a, preferire Tinder a Meetic, così se non altro si risparmiano ore e ore di chiacchiere e almeno un paio di conti del ristorante.

     

  • Avere svariati amici/che che hanno conosciuto i rispettivi partner on line. Chiedersi perché voi raccattiate invece solo priapisti all’ultimo stadio o extracomunitarie che si sposerebbero anche Landru pur di ottenere la cittadinanza.

     

  • Al primo appuntamento è buona norma puntare sull’aperitivo o, ancor meglio, sul caffè pomeridiano che in caso di necessità consente di sbrigare la pratica in una mezz’ora scarsa, invece delle non meno di due ore necessarie per la cena.

     

  • Ancor più sconfortante del maniaco che propone una seduta di bondage dopo cinque minuti è il cincischiatore, cioè colui che dopo tre mesi che vi frequenta bisettimanalmente vi manda ancora tre sms espressionisti al giorno (Sei bella più delle Maldive) ma non quaglia, né mai quaglierà. Tossico. Evitare.

     

  • Avere un’amica che al primo appuntamento online mette subito in chiaro che in nessun caso è interessata ad avere una relazione sessuale. Averle fatto notare che probabilmente ciò ha una qualche relazione col fatto che da anni non riesca ad avere un secondo appuntamento.

     

  • Aborrire i passisti, ovvero coloro che dopo non essere riusciti a convincere una donna ad avere una relazione sessuale con loro in un ragionevole lasso di tempo, periodicamente sondano il terreno con Whatsapp dadaisti, per verificare se lei abbia inopinatamente concepito l’irrefrenabile desiderio di concedersi. Conoscerne uno che coltiva una pepinière di ipotetiche partner da almeno quindici anni senza alcun successo, ma che insiste, convinto che ormai le probabilità siano dalla sue parte.

      

  • Scartare immediatamente quelli che commettono errori di sintassi nell’approccio online.

     

  • Avere avuto un/una corteggiatore/trice che in un anno di assidui sms non ha mai azzeccato il vostro nome. Deplorare.

     

  • Avere scoperto deadmeet.com, un portale per becchini, specialisti di autopsia e tutti quelli che lavorano a stretto contatto con la morte ed esserne entusiasti.

     

  • Anima mia, sii brava / e va’ in cerca di lei. / Tu sai cosa darei / se la incontrassi per strada. (Giorgio Caproni)

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