Robespierre. Una vita rivoluzionaria

Roberto Persico
Peter McPhee
Il Saggiatore, 356 pp., 26 euro

Poche figure come quella di Maximilien Robespierre – avverte nell’introduzione Peter McPhee, storico australiano con simpatie marxiste – hanno suscitato sentimenti e giudizi radicalmente polarizzati: eroe della giustizia per alcuni, archetipo degli orrori totalitari per altri. Le innumerevoli biografie sono spesso basate su pregiudizi ideologici, che chiedono ai relativamente scarsi documenti disponibili conferma di tesi preconcette. McPhee si propone un tentativo diverso: provare a capire, appoggiandosi il più possibile alle fonti, che cosa succede nella testa e nell’animo di un uomo che da una remota cittadina di provincia è stato catapultato al centro di eventi capitali della storia dell’umanità. E dedica così ampio spazio all’infanzia e alla gioventù di Maximilien, all’ambiente familiare, culturale e sociale in cui è cresciuto, tentando di scoprire quale immagine della vita potesse averne assorbito. Lo segue a Parigi, dove i corsi del giovane studente sono imperniati sull’antichità classica, e si appassiona a Cicerone e alla sua lettura in bianco e nero della congiura di Catilina, di qua le virtù repubblicane, di là le congiure di aristocratici depravati. E’ a Parigi che incontra Jean-Jacques Rousseau, forse di persona, certamente sui libri, nell’idea della bontà originaria del popolo, che vuole sempre il bene ma non sempre capisce quale sia, e ha bisogno di una guida che gli mostri il suo vero volere. Lo accompagna poi nel ritorno ad Ar-ras, negli esordi di avvocato, in cui Robespierre comincia a inimicarsi i potenti locali per le sue arringhe contro i soprusi dei signori. Così, al momento della convocazione degli Stati generali nel 1789, Robespierre è abbastanza noto da farsi eleggere tra i rappresentanti del Terzo stato e partecipa ai lavori dell’Assemblea nazionale, dove si distingue subito – sono doti che a denti stretti gli riconoscono anche i nemici – per l’intransigenza sui principi e per la personale onestà. E’ piccolo di statura, la voce è un po’ chioccia, i discorsi sono infarciti di retorica, gli avversari lo sbeffeggiano; ma la sua tenacia è incrollabile, i rivoluzionari più determinati ne sono soggiogati, e Robespierre si guadagna quell’autorità che lo porterà a identificarsi con la Rivoluzione stessa.
Alla fine della lettura, il sospetto che anche McPhee non sfugga alla polarizzazione che denuncia all’inizio e si schieri dalla parte degli amici di Robespierre è più che legittimo; il che nulla toglie all’interesse del libro, che permette realmente di osservare dall’interno come si sviluppi la psicologia di un rivoluzionario.

 

ROBESPIERRE. UNA VITA RIVOLUZIONARIA
Peter McPhee
Il Saggiatore, 356 pp., 26 euro

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