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Le lettere

La sua constituency borbotta, ma la destra finge di stare all'opposizione

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa 

Al direttore - Ok agricoltori a Sanremo ma solo se riescono ad arrivare in taxi.
Giuseppe De Filippi

Agricoltori, benzinai, balneari, costruttori, camionisti e tassisti. La constituency della destra inizia a borbottare. E più la constituency della destra borbotta e più la destra di governo finge di essere ancora all’opposizione. Spasso.


Al direttore - È avvilente doversi occupare di questioni che si distinguono per la loro inconsistenza. Ma l’inconsistenza, che si trincera banalmente dietro la libertà di pensiero anche quando si tratta di pensieri in libertà, ha spesso gravi conseguenze. Quindi è d’obbligo segnalarla. Il fatto: Elena Basile, forte della sua ars diplomatica, accusa l’ebrea Liliana Segre di avere a cuore le sorti soltanto dei bambini ebrei e non di quelli palestinesi vittime del conflitto in corso in Israele. Non paga, accosta una donna sopravvissuta ad Auschwitz ai suoi carnefici nazisti, che avevano a cuore unicamente i loro bambini ariani. La senatrice, comprensibilmente e direi anche giustamente, annuncia querela. Basile, incosciente della gravità di ciò che ha detto, alza il tiro: “Le denunce e le querele alimentano il clima d’odio e di antisemitismo”. Non sono io che sono antisemita, sono loro che sono ebrei.
Ubaldo Casotto

Un grazie sincero a chi ha trasformato la signora Basile in un’eroina da prima serata.



Al direttore - La tecnologia dell’eolico offshore galleggiante rappresenta un’opportunità per sfruttare una risorsa naturale che ha una grande potenzialità per il paese; diversamente, diventerà complesso per non dire impossibile raggiungere gli obiettivi climatici. La strada da fare però è ancora lunga: parliamo di investimenti che, per dimensioni, tempistiche e complessità tecnologica, hanno bisogno di economie di scala sia in termini di singoli progetti sia in termini di industria che li deve realizzare. Ecco perché è indispensabile che vengano definite al più presto misure atte alla promozione dello sviluppo della filiera e dell’indotto associato a essa. Ma prima ancora è fondamentale che all’eolico offshore galleggiante venga riconosciuto un ruolo centrale nell’energy mix nazionale; in tal senso, lo Studio Ambrosetti identifica in almeno 20 Gigawatt una dimensione appropriata al 2050 per beneficiare delle economie di scala, pur trattandosi di un target inferiore rispetto all’effettivo potenziale del paese che importanti istituti e centri di ricerca hanno stimato in oltre 200 Gigawatt. La definizione di un target di questa natura sarebbe un segnale chiaro agli investitori su dove si vuole andare, e in tal senso è una condizione necessaria per uno sviluppo serio di questa tecnologia; condizione necessaria che, tuttavia, rischia di non essere sufficiente se non si definiscono le regole del gioco.  Bisogna fare presto. Sono circa quattro anni che si parla e circolano bozze del decreto Fer2, continuare a rinviarne l’approvazione mina la credibilità del paese. Occorre accelerare il processo decisionale per arrivare in tempi rapidi alla sua approvazione. Lo strumento individuato, i cosiddetti “contratti per differenza” a due vie, è corretto; d’altra parte, l’esperienza degli altri paesi dimostra che definire ex lege un prezzo massimo ha poco senso perché non tiene conto delle dinamiche di mercato. Non solo, è necessario anche che il prezzo di vendita dell’energia elettrica sia indicizzato almeno all’inflazione, altrimenti gli investitori, pur muovendosi nell’ambito di un meccanismo competitivo, richiederanno un prezzo più alto a danno dei consumatori. In egual misura, ha poco senso che gli schemi competitivi che danno garanzia del prezzo di vendita dell’elettricità siano offerti per un periodo di tempo molto limitato (4 anni) e per dimensioni di molto inferiori ai 20 Gigawatt di cui abbiamo bisogno. Resta il fatto, come detto in precedenza, che al momento non sussistono le condizioni di scala necessarie per realizzare un programma di sviluppo efficiente per l’eolico offshore galleggiante. E questo perché, a oggi, nella bozza del decreto Fer2 sono previsti soltanto 3,8 Gigawatt e un programma di soli quattro anni. Serve piuttosto pianificare con una prospettiva di lungo termine, il che vuol dire aumentare il contingente disponibile dilatando allo stesso tempo l’orizzonte temporale del programma, facendo tesoro di quanto è successo altrove, in quei paesi che sono più avanti rispetto all’Italia con questo tipo di programmi, i quali nascono per tecnologie inizialmente all’avanguardia salvo poi, come è accaduto per l’eolico offshore fisso, diventare tecnologie assolutamente standard. Concludo dicendo che l’eolico offshore galleggiante è un’opportunità importante non solo nell’ottica della decarbonizzazione, ma anche in vista dell’obiettivo, non meno urgente, di azzerare o quanto meno ridurre significativamente la cronica dipendenza energetica del paese. E questo oltre al fatto che avrebbe ricadute occupazionali di tutto rispetto. Ci troviamo in un contesto globale in cui gli investitori vanno dove trovano le migliori condizioni di investimento, condizioni che in questo momento in Italia non ci sono ancora del tutto perché manca lo strumento necessario, ossia un meccanismo di tariffe competitive, fondamentali per consentire agli operatori industriali e finanziari di investire.  
Toni Volpe, ceo di Renantis

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