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Quelle proteste a cui i boicottatori di Lucca Comics non aderiscono

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - La decisione di Zerocalcare di non andare al Lucca Comics per “il problema” del patrocinio di Israele sarebbe da liquidare alla voce “tragedia del politicamente corretto”: un eccesso di zelo di un autorevole membro di un certo ceto narcisisticamente innamorato della propria presunta superiorità etica con cui si crogiola sistematicamente suscitando molta noia e (purtroppo) l’effetto collaterale del  trionfo politico di una imbarazzante destra di governo. Quell’umanità che si parla addosso tra noiosi spiegoni politici, inchieste a senso unico, dita puntate verso il prossimo ma indulgente col sodale che magari non paga i contributi alla colf,  capace di far parlare un’ora sulle tremende sofferenze dei bambini palestinesi dimenticandosi giustamente di quelli ebrei sgozzati e sequestrati a Gaza. Questo modello umano come ha detto di recente Gianfranco Pellegrino magari esagera il proprio  ruolo e non converrebbe manco parlarne se non fosse per un particolare che rende, a mio avviso, particolarmente  “peloso” l’imbarazzo di Zerocalcare. Assume l’illustre assente che il problema sia il patrocinio della rappresentanza diplomatica israeliana (meramente “culturale” come si sono affrettati a precisare gli organizzatori, quasi per  rassicurare che non ci sia pericolo di contagio sionista): eppure egli sa che di israeliano non c’è solo questo, bensì anche la locandina ufficiale della manifestazione disegnata da due suoi illustri colleghi “ebrei”. Sono due bravissimi disegnatori i fratelli Tomer ed Asaf Hanuka, autori di apprezzate opere come “il Divino” (ed. Bao, la stessa del disegnatore romano) e soprattutto coautori insieme ad Ari Folman del bellissimo cartoon “Valzer con Bashir”, commovente e durissimo atto di accusa contro la politica di Israele e i massacri di Sabra e Chatila. Forse conviene ricordarlo e aggiungo vale la pena rivederlo: fu presentato a Cannes nel 2009 e fu candidato al Golden Globe come miglior film straniero. E’ il racconto angoscioso del recupero dei ricordi di quelle stragi da parte di un soldato di Tsahal che vi aveva assistito per poi rimuoverli. Un film spietato e di totale crudezza in cui il regista e i fratelli Hanuka non nascondono nulla, neanche l’eccidio dei bambini e delle donne da parte delle milizie libanesi davanti agli occhi indifferenti  dei soldati di Sharon. Un film di inaudito coraggio in un paese che vive nella sindrome dell’assedio e per questo si è autoassolto da troppe colpe. Sono due  uomini di sinistra i fratelli Hanuka, Asaf è rimasto in Israele, Tomer che vive negli Stati Uniti pubblica sul New Yorker, appartenenti a quella larga fetta di società israeliana che detesta Netanyahu, che scende in piazza per difendere la Costituzione e lo stato di diritto e che al contrario dei radical da salotto chiusi nelle proprie comfort zone si trova stretta in un dilemma non facile: il diritto del proprio paese a esistere e quello dei palestinesi a trovare una nazione. Ecco, l’ottimo Zerocalcare avrebbe fatto bene a stringere la mano a due così, portare loro la propria solidarietà come ai palestinesi, tutti vittime, ci consenta, non di uno stato ma della politica di un governo. Che senso ha, caro Zero, fare distinguo e rapportarsi alla parte peggiore e settaria della propria rappresentanza  politica? Alla fine, la libertà è una questione complessa che richiede impegno e talvolta anche il coraggio di non pensarla come gli amici della parrocchia, la libertà è pur sempre “partecipazione” diceva qualcuno, non sempre è giusto “preferire di no” a volte bisogna osare di dire sì.
Cataldo Intrieri

Un film bellissimo. Ma lei, caro Intrieri, è malizioso. Vedrà che chi ha scelto di boicottare Lucca Comics per protestare contro Israele farà certamente qualcosa di importante. Si precipiterà a breve sotto l’ambasciata del Libano per protestare contro un paese che si lascia rappresentare da una milizia che vuole annientare Israele. Si precipiterà a breve sotto l’ambasciata dell’Iran per protestare contro le 597 persone giustiziate quest’anno dal regime degli ayatollah. Si precipiterà a breve sotto la sede delle Nazioni Unite per protestare contro la scelta dell’Onu di premiare l’Iran a capo del Forum sociale del Consiglio per i diritti umani. Scenderà in piazza a breve per protestare contro tutti i paesi guidati dalla sharia che giustiziano le donne che scelgono di non coprirsi il capo e che impiccano gli omosessuali. Lei è malizioso, Intrieri, vedrà che succederà. Basta anche un gesto. Basta un fumetto. 
 

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