Non è l'autonomia differenziata a impoverire il Mezzogiorno

Chi ha scritto a Claudio Cerasa, Le lettere al direttore del 10gennaio 2023

Al direttore - Sono arrivate le divise all’Agenzia delle Dogane. Una maxicommessa da 21 milioni di euro per i 12 mila dipendenti civili che ora hanno tutta l’aria di poliziotti: giubbotti, tute, stivali, cinturoni, baschi e visiere, con coccarda della Repubblica e logo dell’Agenzia. Le possiamo ammirare nelle puntate in onda in questi giorni di “Un posto al sole”, la storica fiction di Giovanni Minoli in onda su Rai Tre. Una sponsorizzazione da 300 mila euro per pubblicizzare l’Agenzia guidata dal grillino Marcello Minenna, dopo la mancata nomina alla Consob. L’ex assessore al Bilancio di Roma, che sulle divise voleva anche le stellette autoproclamandosi generale di corpo d’armata, ha speso tanto per il rilancio dell’immagine dell’agenzia: oltre ai 21 milioni per le divise, 2,5 milioni di comunicazione, altri per il logo sui marmi del palazzo, e per rifarsi uno yacht oggetto di sequestro. Ma se le fiction sui carabinieri hanno fatto innamorare gli italiani dell’Arma, Minenna anche senza armi vuole farsi notare. Quindi dopo la borsetta brandizzata dell’Agenzia come regalo di Natale a tutti i parlamentari, ora entra nella soap della Rai con una storia sui giocattoli contraffatti. I lavoratori dell’Agenzia si trasformano per qualche giorno in attori di teleromanzo e da veri eroi delle dogane salvano migliaia di bambini dall’avvelenamento. “L’accordo non determina alcun onere per la collettività vista la natura di società pubblica della Rai: le risorse sono destinate infatti a una società partecipata al 100 per cento dallo stato”, ha detto il direttore in scadenza Minenna, alla ricerca di “Un posto al sole”.
Annarita Digiorgio

 

Come commediante non lo batte nessuno. 


  
Al direttore - Caro Eugenio Giani, sull’autonomia differenziata invochi un “atteggiamento laico” ma tu stesso la definisci una “battaglia di sinistra”, quindi sei il primo a “ideologizzare” un dibattito che invece va affrontato nel merito. A differenza di quanto sostieni, la Carta costituzionale non lascia adito a interpretazioni né ideologiche né territoriali, basta leggere gli articoli 117-118-119. Ti limiti a citare soltanto l’articolo 116 tralasciando il principio costituzionale di sussidiarietà. La proposta del ministro Calderoli non tiene conto nella Sanità dei livelli essenziali di prestazioni, non contiene risorse per il trasporto pubblico, non prevede un fondo di perequazione, non contempla interventi per le politiche sociali e soprattutto non indica la strada per superare la spesa storica. Solo dopo aver sciolto questi nodi cruciali si può parlare di un’autonomia che garantisca l’unità nazionale. Altrimenti si tratta di un provvedimento che affonda definitivamente il Mezzogiorno. Se non si vuole “ideologizzare” il dibattito su un tema decisivo per il futuro del sud non si devono rincorrere le posizioni della Lega. Il Pd non deve fare una “battaglia di sinistra” ma una battaglia contro lo “Spacca Italia” proposto da Calderoli. Sullo sfondo c’è la tenuta socio-economica del paese. In macroeconomia c’è una regola basilare: un paese cresce se cresce la parte più debole di esso. La bozza Calderoli va nella direzione opposta: le zone più forti si rafforzeranno ulteriormente, quelle più in difficoltà resteranno sempre più indietro. E’ una logica inaccettabile che non è in linea con la netta posizione del Pd sulla questione meridionale. Abbiamo sempre sostenuto politiche per il rilancio del Mezzogiorno. Sulla proposta del ministro Calderoli c’è poco da discutere. Non si può partire da lì. Va ritirata. Punto. 
Stefano Graziano, deputato Pd

   

Caro Graziano, ci sono molte ragioni per essere dubbiosi sul modello di autonomia differenziata proposto dal ministro Calderoli e le critiche mosse da Sabino Cassese sulla legge sono molto convincenti (“sono particolarmente dubbi i trasferimenti dei poteri legislativi in materia di norme generali sull’istruzione, ambiente, tutela e sicurezza del lavoro, tutela della salute, rapporti internazionali e con l’Unione europea, commercio estero, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione e ordinamento delle comunicazioni”). Se però il tema è quello del sud che sarebbe penalizzato dal punto di vista economico la invito ad ascoltare le parole di un altro suo compagno di partito, l’onorevole Carlo Cottarelli: “Quella sulla differenza di spesa pubblica tra nord e sud mi sembra una polemica piuttosto sterile. I dati mostrano che la spesa pro capite è uniforme sul territorio nazionale, ma le regioni del centro-nord pagano più tasse pro capite, perché hanno un reddito più elevato. Di conseguenza, il Mezzogiorno riceve ogni anno trasferimenti pubblici dalle regioni più ricche del centro-nord”. Passo e chiudo.

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