Vladimir Putin (Ansa)

Lettere

La guerra finirà quando Putin smetterà di fare il terrorista

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ieri, per fortuna, ha promesso un sostegno continuo all’Ucraina, affermando che sostenere le forze ucraine ora è un passo verso una pace duratura e aggiungendo una frase che mi ha colpito: “La maggior parte delle guerre finisce con i negoziati. Ma quello che succede al tavolo dei negoziati dipende da quello che succede sul campo di battaglia”. E purtroppo, ha aggiunto  Stoltenberg, per l’Ucraina si prospetta un inverno cupo, vista la volontà della Russia di portare avanti “ondate di attacchi missilistici deliberati contro città e infrastrutture civili e di privare gli ucraini di calore, luce e cibo”. Se non è terrorismo questo, cos’altro lo è?
Monica Arroni

La guerra finirà quando Putin smetterà di fare il terrorista, non quando l’occidente smetterà di chiamare le cose con il loro nome.
 


Al direttore - In base alla “dottrina Giorgetti” il governo intende finanziare Quota 103 con riduzioni della perequazione automatica per le pensioni superiori a 2.100 euro mensili. Non si sono accorti che in questo modo, stante quel livello di pensione, saranno numerosi beneficiari di Quota 103 a pagarsi l’anticipo, attraverso il taglio della rivalutazione. Con Quota 103 poi il governo ha introdotto un nuovo scalino. Mettiamo il caso di un soggetto che nell’anno in corso non sia riuscito a usufruire di quota 102 perché, pur avendo 64 anni non aveva ancora maturato il requisito contributivo di 38 anni. Con le nuove norme i 38 anni diventeranno 41. E ovviamente crescendo la permanenza al lavoro aumenterà anche l’età anagrafica. In sostanza, in questo caso la quiescenza si allontana. Un altro paradosso sta nell’incentivo a rimanere: una decontribuzione del 10 per cento. L’esperienza del superbonus Maroni – evocata da Giorgetti – dimostrò che la maggior parte delle persone che ne usufruirono era già rimasta volontariamente al lavoro.
Giuliano Cazzola

A proposito di economia. Nell’attesa che tutto vada male le cose in Italia sorprendentemente continuano ad andare bene. Occupazione a livelli record (oltre il 60 per cento). Indici che misurano la povertà in calo (l’indice di Gini è sceso dal 30,4 per cento al 29,6 per cento). Pil che supera le attese (nel terzo trimestre era previsto scendesse dello 0,2 ed è invece cresciuto dello 0,5). E ieri ecco una nuova notizia: a novembre 2022 si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 90,1 a 98,1) sia del clima di fiducia delle imprese (da 104,7 a 106,4). Nell’attesa che tutto vada male, non tutto in fondo va così male.

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