Il problema non è il taglio dei parlamentari, ma la loro qualità

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa. Le lettere del 18 agosto 2022

Al direttore - Si intitola “Hostaria!” il settimo dei quattordici episodi del film “I nuovi mostri” (1977). Diretto da Ettore Scola, il cortometraggio è ambientato in un’umile e rustica bettola romana, dove il cameriere e il cuoco, proprietari del locale (due grandissimi Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman), litigano furiosamente in cucina per questioni di gelosia, fino a insudiciare il minestrone in cottura tra sberle, sputi, lancio di cibo di ogni specie. La zuppa-guazzabuglio risulterà comunque gradita a un gruppo di commensali d’alto rango capitolini. Ecco, trovo qualche somiglianza tra le risse che hanno  preceduto e seguito la formazione delle liste del Pd e quella che resta una delle gag più esilaranti del cinema italiano. Del resto, parliamo di un partito che ha votato la riduzione dei parlamentari al buio, cioè senza ragionevoli garanzie sulla contestuale riforma del Rosatellum (leggi: abolizione della sua quota maggioritaria). Già, quasi dimenticavo, però era l’epoca dell’alleanza strategica con Conte teorizzata da Zingaretti e Bettini. En attendent dagli apprendisti stregoni del Nazareno un autodafé. 
Michele Magno

 

Caro Magno, lei ha ragione: il Pd avrebbe dovuto impegnarsi per imporre in questo Parlamento un sistema proporzionale e invece non l’ha fatto. Errore grave. Ma mi lasci aggiungere uno spunto alla sua riflessione. Questa simpatica cagnara sulle liste elettorali mi sembra onestamente eccessiva. Ci sono ottimi deputati che forse non rientreranno in Parlamento, sì. Ci sono ottimi senatori che forse resteranno fuori da Palazzo Madama, ok. Ci sono riformisti che avrebbero meritato di essere riconfermati, certo. Il Pd non ha aperto praticamente a nessuno della società civile, a meno che non si voglia considerare simbolo cristallino della società civile un Cottarelli, una Camusso, una Furlan, e ha aperto troppo al fronte meno draghiano della coalizione, vedi Fratoianni & Co. Ma non c’è nulla di nuovo. Non ricordo liste elettorali, specie del Pd, non accompagnate da una qualche polemica postuma, dove per polemica spesso si intende l’indignazione di qualche giornalista amico di un qualche deputato indignato non per la linea di un partito ma per la non riconforma di un deputato amico. Ovvio. Ci possono essere poi scelte giuste o scelte sbagliate, ma dire che le scelte sbagliate sono causate da un grave dramma politico chiamato taglio del numero dei parlamentari significa scambiare il dito con la luna. Il taglio del numero dei parlamentari, sulla carta, costringe i partiti a dare una prova di efficienza, a schierare il meglio di quel che hanno. Se poi i partiti piuttosto che schierare il meglio si accontentano del meno peggio la colpa è dei partiti non del nuovo Parlamento.


  
Al direttore - Chi ha scritto   nel 2019 le seguenti parole? “La perdurante  emergenza che in alcune aree del paese condiziona e ostacola una corretta ed efficace gestione del ciclo dei  rifiuti, vede fra le sue cause certamente l’assenza di un’idonea impiantistica, primi fra tutti i termovalorizzatori che a livello regionale, o addirittura provinciale, avrebbero potuto consentire l’autosufficienza…”. Questa frase è contenuta nella relazione semestrale (2019) trasmessa al Parlamento dalla Direzione  nazionale antimafia. La quale è sotto il coordinamento della Procura nazionale antimafia. Vale a dire, all’epoca, di Federico Cafiero De Raho. Lo stesso che ha in questi giorni accettato la candidatura nel listino nazionale proposto da Giuseppe Conte per i 5 stelle. Ora, quelle parole sono inequivocabili. Anzi rafforzate da altri passaggi in cui la relazione accusa gli esponenti politici di  “ricerca del consenso a ogni costo […] espressione di una mala gestio non più disponibile”. Praticamente la fotografia ad alta risoluzione del Movimento 5 stelle. Che sulla scelta del sindaco di  Roma di realizzare un termovalorizzatore e sull’appoggio al progetto dato dal governo Draghi ci ha costruito addirittura una crisi di governo. Dando seguito al Grillo pensiero che già in anni lontani accusò violentemente Piero Angela di mala informazione per avere spiegato l’utilità e il funzionamento dei termovalorizzatori. E’ inutile domandarsi perché Giuseppe Conte abbia pensato a questa candidatura. Questo implicherebbe l’esistenza di concetti chiari e la comprensione del principio di non contraddizione. Ambedue assenti per la verità  dalla sfera concettuale  dei 5 stelle.   E purtroppo non solo, visti i continui cambi di  direzione di altre forze. Vedremo per esempio chi sarà candidato  a Piombino per gli altri partiti e con quali posizioni. Piuttosto si può sperare di trasformare una notizia discutibile in una buona notizia. Magari De Raho, persona sicuramente autorevole, riesce a fargli cambiare idea.
Chicco Testa 

 

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