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Come stare dalla parte giusta della storia (ciao ciao amici di Le Pen e cugini di Putin)

Chi ha scritto al direttore. le lettere del 12 aprile 2022

Al direttore - Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, cito dall’articolo di Micol Flammini, ha detto che “lo scontro nel Donbas sarà come la Seconda guerra mondiale”. Dal titolo del Foglio dell’8 aprile deduco che lei è pienamente d’accordo. Attenzione che, nel Donbas, la Seconda guerra mondiale, quella vera, si è già combattuta: ucraini e russi da una parte e nazisti dall’altra. Del Donbas c’è ancora un monumento sovietico che ricorda la vittoria degli antifascisti. In tutta la WwII, solo tra i militari russi, 10 milioni di morti. Il triplo, dice Wikipedia, se consideriamo anche i civili. Ma, d’accordo, visto che tutto l’occidente rifornisce l’Ucraina, chiamiamola guerra mondiale. In un nuovo format: “Armatevi e partite, che noi giochiamo alla playstation-war”. E, allora, una nuova domanda: la guerra mondiale per il Donbas, la sta facendo Putin al mondo, o il mondo (occidentale) a Putin?
Andrea Marchesani

  

Appellarsi alle rievocazioni del passato, caro Marchesani, è il modo migliore per chiudere gli occhi su ciò che succede nel presente. E se a lei sembra che quella di Putin sia una battaglia contro i nazisti, se lei pensa che Putin stia reagendo alle provocazioni dell’occidente, se lei pensa che la guerra mondiale sia quella che sta combattendo l’occidente contro Putin e non quella che Putin sta combattendo contro l’occidente, se lei pensa tutto questo non mi resta che rivolgerle la stessa battuta offerta da Rocco Papaleo nel film “Nessuno mi può giudicare”. Lui disse: “Voi ve  lo meritate Nanni Moretti”. Io le direi: “Lei se lo merita Alessandro Orsini”.


  

Al direttore - Sono da tempo abbonato al quotidiano Avvenire, ma condivido pienamente l’articolo pubblicato oggi dal suo giornale dal titolo: “Sanzioni dall’Avvenire”, a firma di Luciano Capone. Cordiali saluti.
Dino Avanzi


 
Al direttore - Nel suo intervento di sabato, Silvio Berlusconi ha schierato con nettezza Forza Italia dalla parte dell’Ucraina, dell’Europa, della Nato e dell’occidente. E’ evidente che l’eventuale vittoria di Marine Le Pen rappresenterebbe una sconfitta dei princìpi ribaditi dall’inventore del centrodestra, oltre a minare l’interesse nazionale italiano per quanto riguarda la politica europea sui migranti, l’auspicata revisione del Patto di stabilità e l’efficacia del Trattato del Quirinale sottoscritto con la Francia.

Andrea Cangini, senatore di Forza Italia

  

Berlusconi è sempre sublime, anche quando arriva alle giuste conclusioni con 47 giorni di ritardo. Ma prima o poi Berlusconi dovrà capire che stare dalla parte giusta della storia stando accanto agli amici di Le Pen e ai cugini di Putin è come provare a vincere un derby indossando le magliette degli avversari. 


  
Al direttore - E’ insolito e quasi imbarazzante dover rettificare un giornale come il Foglio, di cui sono un appassionato lettore e ammiratore. Però la citazione che il suo giornale mi fa l’onore di dedicarmi, sabato 9 aprile (“il discorso del Cav. sulla Russia è nelle mani di Orsini”) mi obbliga a una smentita. Al di là del simpatico gioco sull’omonimia (per me lievemente imbarazzante) con il prof. Alessandro Orsini, e della definizione “deputato di autentica matrice liberale”, che invece apprezzo moltissimo, c’è un equivoco di fondo. Io non “curo, sussurro e consiglio” proprio nessuno, tantomeno il presidente Berlusconi, che le cose scritte, i discorsi, gli articoli, li prepara personalmente, di solito nelle ore notturne. Come tanti altri esponenti di Forza Italia, ho talora occasione di esprimergli le mie  opinioni. Silvio Berlusconi ha per abitudine di ascoltare tutti e poi di fare la sintesi. Del resto, come scriveva Orazio, “quandoque bonus dormitat Homerus” (talvolta anche il buon Omero sonnecchia). Se capitava a Omero, può capitare anche al Foglio.
Andrea Orsini, deputato di Forza Italia

  

Risponde Simone Canettieri. Caro Orsini,  prendiamo atto della sua rettifica e aggiungiamo dunque che, come Ulisse davanti a Polifemo nell’Odissea, il suo nome è Nessuno. L’importante è che Berlusconi abbia pronunciato quelle parole su Putin. E facciamo nostro  l’aforisma di Umberto Eco così: posso leggere  la Bibbia, Omero, Dylan Dog e il Cav. senza annoiarmi.

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