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Università e corridoi umanitari. Basta tamponi gratis ai No vax

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Grande successo dell’iniziativa bonus 110. E come poteva essere diversamente? Ti rifai tutta la struttura energetica di casa tua e non versi un euro. Però… La generosità (ingiustificata) dello stato e il tempo breve in cui il bonus sarà disponibile hanno letteralmente arroventato tutto il settore. Non si trovano i materiali necessari, non si trovano il personale e le imprese, i comuni sono intasati di richieste di inizio lavori e di certificati vari. Ciò che avrebbe potuto essere fatto con maggiore calma e con costi ridotti rischia di trasformarsi, come per altri bonus, in una lotteria che escluderà molti. Ora, siccome l’efficientamento energetico degli edifici è obiettivo di lungo periodo, non si capisce la ratio di una norma che spara tutte le cartucce a caro prezzo e in poco tempo. Una proposta semplice semplice: si allunghi il tempo disponibile, un quinquennio sarebbe il minimo, e si diminuisca il contributo ai soggetti interessati. L’80 per cento sarebbe più che sufficiente anche per introdurre un utile conflitto di interessi fra chi paga e chi fa i lavori. Oggi invece uniti, e con qualche fenomeno di malcostume come le sovrafatturazioni, sotto lo slogan “tanto paga lo stato”. Ci si pensi per tempo.
Chicco Testa


 

Al direttore - Aggiornamento sulla questione tamponi: i sindacati firmatari dicono che il protocollo prevede che siano gratuiti per tutto il personale, il ministro dice che saranno gratuiti solo per chi non può vaccinarsi, mentre restano a pagamento per chi non vuole farlo. Tra 15 giorni il personale della scuola e una parte degli studenti torneranno a scuola. Tra 15 giorni. Ecco perché è auspicabile che entro poche ore (sì, poche ore: ed è già tardi) il ministero, con atti ufficiali, ci dica se hanno ragione i sindacati o il ministro. Certo, se il ministero dovesse smentire il ministro sarebbe quanto meno bizzarro. Ma almeno tutti saprebbero chi comanda davvero a Viale Trastevere.
Marco Campione


Come ha spiegato bene ieri in una intervista a Tiscali Maddalena Gissi, segretario della Cisl Scuola, la verità è che alla fine i tamponi sono gratuiti per tutti i non vaccinati. “Il personale interessato a questi tamponi non è No vax – dice Gissi – ma tutti coloro che non hanno potuto in questi mesi fare il vaccino per mille e uno motivi: questioni di salute e persone rimaste perplesse per il balletto su AstraZeneca con cui la maggior parte di noi è stata vaccinata. Con questa cifra destinata ai tamponi, diciamo così, gratis vogliamo essere pronti anche alle supplenze e alle sostituzioni in corsa per evitare di tenere ferma una classe perché non ha l’insegnante che è ancora in attesa di vaccino per i mille motivi che ho in parte accennato sopra”. Dunque, tamponi, diciamo così, gratis per tutti, non solo per chi non ha potuto vaccinarsi ma anche per chi non ha voluto. Complimenti. 


 

Al direttore -  Non ho mai avuto un grande consenso nei confronti del presidente Bonomi per alcune sue asprezze e intransigenze. Tuttavia non si può fare a meno di riconoscere che nella sua lunga intervista alla Stampa egli ha dato voce sia alle esigenze delle imprese nel loro complesso, sia a quelle della salute dei lavoratori. Le due cose coincidono come dimostra anche l’intervista del professor Massimo Galli. E’ molto triste che Landini, con i segretari della Cisl e della Uil al seguito, ha preso la rappresentanza degli operai no vax e non di quelli che si vaccinano e che fortunatamente sono la stragrande maggioranza. Giustamente Cgil, Cisl, Uil mettono sotto accusa le carenze degli imprenditori sul terreno degli incidenti sul lavoro. Ebbene l’impegno rigoroso per assicurare la vaccinazione degli operai è l’altra faccia della medaglia della sicurezza sul lavoro. E passa anche attraverso l’adozione del green pass. Gli operai no vax vengono meno alla solidarietà coi loro compagni di lavoro e sono peggio dei crumiri.
Fabrizio Cicchitto


Al direttore - L’unico giornale che può lanciare una campagna per l’Afghanistan è il Foglio. Forse coalizzato con il manifesto. Lanciate, vi prego, una campagna. Chiunque in Italia abbia lo spazio o i soldi per mantenere una ragazza afghana, una madre afghana con i suoi figli, alzi la mano e scriva all’ambasciata con in copia i giornali. Uniamoci laici e religiosi, con la Chiesa cattolica di Roma, quella che l’Isis doveva conquistare. Dimostriamo quanto è forte il valore della vita in occidente. Quelle madri, quelle donne single, quelle ragazze che hanno studiato e lavorato fino a oggi: vanno portate qui, ora. Non domani. L’Italia non può lasciare nella memoria del mondo un voltafaccia come questo, anche se al seguito di voltafaccia blasonati come quello americano o di tutti gli altri europei. Siamo stati incapaci finora? E’ il momento del colpo di reni. O le parole del ministro degli Esteri – e quindi le nostre – saranno soltanto il vuoto pneumatico che sembrano. #Nonlasceremomaisoligliafghani (parole di Luigi Di Maio, Corriere della Sera, sabato 14 agosto 2021).
Diana Zuncheddu

L’appello andrebbe fatto alle nostre università: aprire le porte alle donne e agli uomini che vogliono scappare dall’Afghanistan organizzando anche con la chiesa corridoi umanitari per dargli un futuro nei nostri atenei. Con gli afghani abbiamo fallito a Kabul, cerchiamo di non fallire anche in Europa

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