Il vile eroe

Umberto Silva

Obama vuole rassicurare i suoi sudditi isolando l’assassino di Dallas e ottiene l’effetto contrario.

Il pistolino, il pistolone, la pistola nascosti o sbandierati qua e là, ma davanti a un poliziotto, specie se nervoso, è piuttosto pericoloso ostentarli come un fallo quando sono solo la maschera di un fallimento, come argutamente indica lo psichiatra Gaétan de Clérambault, da non confondere con Louis Nicolas Clérambault, l’organista di Saint-Sulpice. Studioso di erotomania, davanti a uno dei suoi amati specchi a sessant’anni Gaétan si congedò dal giovane Lacan e dalla psicoanalisi sparandosi alla testa.

 

Ho l’impressione che dei poliziotti americani in Italia non ci si interessi granché, nonostante il clamore dei giornali. Personalmente poi trovo – anche se meno hollywoodiani – più umani i poliziotti italiani. Sono simpatici, pensierosi, baffuti, e prima di estrarre la pistola ci pensano su. Non hanno quei corpaccioni americani, quel muoversi da ippopotami omogeneizzati. Anche da noi però c’è la bestia nera, i tre fratellini poliziotti della banda della Uno bianca, che ammazzarono oltre i civili anche i loro compagni d’arme. Insomma, qui le armi sono ben controllate eppure mi sembra che negli ultimi cinquant’anni si sia fatto più fracasso noi dei cowboy americani.

 

Obama dichiara pubblicamente che il signor Micah Xavier Johnson, incensurato decorato e spappolato da un robot, “non” rappresenta i neri, e che in fondo le cose “non” vanno poi tanto male, e comunque l’America “non” è divisa come dice qualcuno e “non” è tornata agli anni Sessanta: quattro “non”, uno dopo l’altro, che Freud avrebbe cancellato con la penna rossa, a ribadire che il “non” è la maschera del “sì”. Traduzione: Micah rappresenta i neri, le cose vanno malissimo, l’America è divisa, siamo tornati agli anni Sessanta; perfino Trump, che non si può considerare un fine linguista, l’ha fatto notare a Obama. Ma anche Trump mente. Micah rappresenterebbe i neri, una parte almeno, che vedono nel suo gesto una vendetta per i torti subiti dai poliziotti bianchi? Mah. I neri rappresentano se stessi, può anzi essere di conforto che non l’abbiano fatto prima quel gesto violento, non c’è che dire, sono proprio brava gente e paziente, abituata a patire fin dai tempi della schiavitù. Dal canto loro, per liberarli, gli americani spesero un milione di soldati a testimoniare che vogliono bene ai neri, che mai ci fu amore così dispendioso. Un popolo generoso quello yankee, non c’è che dire. Il più generoso, difficile tacciarlo di razzismo, diciamo piuttosto che al sud restano sacche di stronzi. Che dire di costoro? Hanno una paura atavica dei neri, che considerano capaci di tutto e aggressivi per nulla, o danno sfogo a un proprio sadismo e semplicemente gli piace sparare per darsi un tono, o per vendicare i loro trisavoli del sud? Detto questo, il soldato Micah, per quanto vi sia nel mondo bianco giallo nero chi lo applaude, resta un vile. Il pessimismo mascherato da ottimismo di Obama vuole rassicurare i suoi sudditi isolando l’assassino, e ottiene l’effetto contrario. D’altronde che fare?

 

L’ottimo De Blasio, omone tutto Manhattan e Benevento, per avere sposato una simpatica ex lesbica nera si dovette guardare per tutta una mattinata i sederi dei poliziotti che gli voltavano le spalle. Povero Obama, si diceva che fosse maomettano e alleato coi nemici, ora più sbrigativamente e perfidamente, si dice che è nero. Per chi tengono le sue graziose figliole? Il romanticismo rivoluzionario o la testa sulle spalle? La testa, penso: sono ragazze cresciute nel rigore della Casa Bianca, ma chissà, una qualche loro amichetta forse sogna il martire assassino. Alla loro età se non divenni Br fu perché ero troppo dedito al culto della mia personalità, ma di donne invaghite delle Br ne vidi tante. Quante ragazze in queste ore fremono pensando all’eroico Micah? Dobbiamo punirle con orrendi predicozzi? Ma no, un pizzico di follia è perdonabile, un ambiguo sogno che rapido svanisce.

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