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innamorato fisso

Dalla colonia estiva al centro di correzione minorile

Maurizio Milani

I ricordi della turbolenta gioventù del nostro innamorato fisso, tra maestre cattive e strutture di detenzione, tatuaggi e sommosse delinquenziali

Dire a un bambino in colonia: “Ti mando alle differenziali” era un disonore, che ti portavi dietro per sempre. Le classi differenziali c’erano in tutte le scuole elementari d’Italia. Se la maestra, durante il soggiorno marino, scriveva: “Il bambino capisce poco. Anzi niente!”, finivi dritto alle differenziali di via Marco Polo a Milano. Inutile dire che questi bambini erano i più corteggiati dalle coetanee. Tanti però non erano scemi; erano svogliati. Per questo non capivano una mazza. Qualcuno arrivò a dire: “I bambini sono in queste condizioni perché mancano di rame e magnesio”. Un altro istitutore: “Allora portateli al sanatorio”. Allora c’era pieno di sanatori, di manicomi, di brefotrofi, di centri di correzione minorile. Se la tua famiglia non conosceva qualche dirigente comunista, finivi sicuro in una di queste strutture statali. Qui si leggeva “Lando” fisso, il famoso fumetto erotico. Ti tenevano fino al diploma di terza media, poi venivi spedito a fare l’agente di custodia nel carcere minorile: vigilavi sui coetanei delinquenti. Erano già tutti tatuati. Noi non avendo una personalità ben definita ci siamo fatti tatuare anche noi. Da loro. Non si sarebbe potuto, però… 

C'erano diverse sommosse nei reparti di detenzione. Tutte domate con caschi, scudi, manganelli e idranti. Un giorno, durante l’alzabandiera, un detenuto ha fatto un rutto, sul suono della tromba. Subito ha chiarito il bel gesto: “Superiore! Non tollero il lattosio, dovete scusarmi, sono costernato per aver digerito durante la cerimonia più importante della giornata”. Il comandante delle guardie: “Ragazzo mio, ma non c’è problema, sei stato gentile a far sapere la situazione. Se non tolleri il lattosio ti diamo il latte di mandorle”. Per lui nessun richiamo disciplinare.

  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.