la satira

Malagò sogna i Giochi motorizzati

Maurizio Milani

Cerchi davvero magici con gare di rally e go-kart. Il presidente del Coni, eletto oggi capo del Cio (ma la notizia su Facebook non c’è ancora) pianifica le sedi delle Olimpiadi da qui a duecento anni. Milani ne vede delle belle

La notizia è arrivata adesso. E’ la più clamorosa della storia dello sport italiano: Giovanni Malagò eletto presidente del Comitato olimpico internazionale. Il più grande onore per un amante dello sport. Su Facebook la notizia non c’è ancora. Prima della fine dell’articolo ci sarà, per cui andrò a vedere i vari siti mondiali. Intanto Malagò, informato dal segretario Onu Guterres António, parte per Brisbane, Australia. Il nostro presidente del Coni si trovava con la Nazionale militare di calcio nel Laos. Nella foto su Instagram vediamo Malagò accompagnato all’aeroporto dal presidente del “Coni” del Laos (una medaglia d’oro vinta da quel comitato nazionale a Roma 1960: lancio del martello femminile). Durante il tragitto per l’aeroporto i due alti dirigenti sportivi subiscono una contestazione. E’ un ex atleta del Laos di pallavolo, radiato dalla federazione locale causa scommesse. Malagò gli promette: “Amico stai calmo! Al mio insediamento il mio primo atto sarà: amnistia totale per tutti gli sportivi, nessuno escluso. Tranne i ragazzi padre: non è giusto trascurare un figlio piccolo per allenarsi in vista di un’Olimpiade. Per quanto sia importante gareggiare sotto i cinque cerchi, un figlio vale di più”. Il presidente del “Coni” del Laos applaude. L’atleta si commuove e  il tassista frena di colpo e tira giù un palo dell’Enel (del Laos). 

  
Foto n. 43 Facebook: il presidente Malagò arriva a Brisbane. E’ accolto come un capo di stato. Insieme alle autorità australiane cominciano a perlustrare la zona. Ricordiamo che a Brisbane sono stati assegnati i giochi 2032. Vediamo le foto: Malagò segna con dei paletti da geometra le zone dove devono essere costruite le infrastrutture olimpiche. Vediamo il bel filmato su YouTube:
Malagò: “Qui fate il villaggio olimpico!”.
Sindaco di Brisbane: “Presidente, in verità il piano regolatore prevede un depuratore”.
Malagò: “Lo fate dopo le Olimpiadi, quando demolite il villaggio olimpico”.
E ancora Malagò: “Qui il nuovo impianto per il nuoto, mentre il nuovo stadio lo fate là avanti, dove adesso c’è quel manufatto…”.
Sindaco: “Presidente, quel manufatto è la sede della regione…”.
Malagò: “La buttate giù, fate l’impianto per le Olimpiadi e solo per il periodo dei giochi la regione si sposta in quel capannone lì avanti”.
Sindaco: “Ma è la discoteca più grande d’Australia”.
Malagò: “Usiamola per gare di lotta uomo-orso”. 
Il filmato prosegue per circa 30 minuti. Consiglio a tutti di vederlo (YouTube: Malagò a Brisbane).
Malagò torna a Roma. Subito dichiara alla stampa: “Il mio primo obiettivo come presidente dello sport mondiale è un’Olimpiade in Africa”.

 

Applausi, anche dei tassisti fuori da Fiumicino. Sempre quel pomeriggio al Foro italico Malagò riceve una delegazione dagli Usa. Vediamo le belle foto su Instagram: sono i rappresentanti del body building e del football americano. Chiedono al neo presidente Cio di entrare alle Olimpiadi, già a Los Angeles 2028. Malagò parla da statista: “Amici culturisti, sono favorevole, ma prima mettetevi d’accordo tra voi. Fate una federazione unica. Non si può fare che Mister Olimpia è Ifbb e Mister Universo è Nabba. Telefono adesso ad Arnold Schwarzenegger per convincervi a unire le forze. Solo così vi accetterò alle Olimpiadi del 2036 a Bombay”. E qui tutti drizzano le antenne. La notizia è clamorosa: il presidente del Cio annuncia la sede di un’Olimpiade.


Un cronista: “Presidente! E’ ufficiale? 2036 i giochi a Bombay?”.


Malagò: “Sì, potete scriverlo”.


Uno della France Press: “Altre nomine per sedi di Giochi è in grado di fornircele?”.


Malagò: “Sicuro è Hong Kong 2040, sto partendo adesso per scegliere la zona della città da trasformare in circo. Come sapete lo spazio è molto poco a Hong Kong, per cui potremmo fare una staffetta Hong Kong-isola di Formosa. Anzi, ho deciso sarà così. Qui faremo anche le Olimpiadi invernali, alla distanza solita dalle altre”.


Giornalista France Press: “Altre città, già decise sicure?”.


Malagò: “Tunisi nel 2044, sto partendo adesso per l’Africa. Sarà l’Olimpiade più importante di questo secolo. La prima in Africa. Speriamo non esondi lo Zambesi e comprometta lo svolgimento dei Giochi”.


Giornalista: “Lo Zambesi non passa da Tunisi”.


Malagò: “Lo so, amico mio! Ma quando è in piena, non permette alle delegazioni di: Tanzania, Ghana, Mauritania, Sierra Leone, Camerun, Burundi, Benin, Botswana di raggiungere la sede dove si terranno i Giochi. Quindi sto recandomi in Africa per parlare con alcuni governanti per sbarrare lo Zambesi. Arriverò a Livingstone tra poche ore, dopo aver parlato con il sindaco (Pd) mi recherò a Kariba, anche qui per convincerli a imbrigliare lo Zambesi. Nel 2044 non possiamo permetterci di veder condizionati i Giochi dai capricci di un fiume. Bello, ma…”.


Giornalista: “Non potete usarlo per le gare di nuoto in acque libere o anche canoa?”.


Malagò: “Quelle le facciamo nel canale di Suez. Essendo le prime Olimpiadi di quel continentone, ci sarà sinergia tra stati, Algeria, Egitto e Marocco su tutti. Per esempio il velodromo sarà costruito a Marrakech: parliamo di una struttura in vetroresina da 78.000 posti. Potete già vedere il plastico nel sito dell’archistar Mario Botta. Alcune ditte italiane sono già sul posto per iniziare i lavori”. 
    
Sempre su Instagram alcuni giorni dopo Malagò indice un’altra conferenza stampa, questa volta da Losanna: “Amici, è con profondo sconforto che vi annuncio l’abolizione dei Giochi olimpici invernali!”.
Giornalisti: “Nooo!!!”. 


Malagò: “Dispiace più a me che a voi, ma anche nel rispetto degli accordi del G20, che dichiara che i Giochi invernali incidono molto sui cambiamenti climatici, sono costretto a chiuderli”.


Giornalista arabo: “Per quanto tempo?”.


Malagò: “Per sempre! Sono aboliti!”.


Un altro: “Presidente, non ci lasci così, almeno una data”.


Malagò: “Se tutti gli obiettivi di riduzione di Co2 che ci siamo dati saranno raggiunti, diciamo che riprenderemo i giochi invernali a Reykjavík (Islanda) se ci sarà ancora (ma penso di sì, non esageriamo con l’allarmismo) nel 2240. Ho già avvertito le autorità dell’isola, stanno scegliendo dove fare il trampolino, quello dove si lanciano con gli sci i matti… nel senso buono”.


Sempre su Facebook Malagò in visita come presidente del Comitato olimpico mondiale a Capo Teulada in Sardegna, per inaugurare il centro federale di bocce. Intanto posta una foto del bocciodromo di Los Angeles 2028. E’ già pronto. Le bocce entreranno ufficialmente ai giochi già oggi a Tokyo. Favoriti i piemontesi (italiani per meglio dire). Le bocce in Piemonte sono sport nazionale. Nelle 15 discipline (bocciofile) l’Italia conquisterà 15 ori, 15 bronzi e zero argenti. Una notizia che rischia di far saltare l’unità dello sport mondiale. 


Boris Johnson ha dichiarato che dall’Olimpiade del 2076 (che dovrebbe tenersi a Pola, Croazia) gli atleti britannici non parteciperanno. Per quella data i giochi del Commonwealth sostituiscono le Olimpiadi, per atleti di lingua anglosassone. In pratica tutti. Malagò, per evitare il declino delle Olimpiadi, come è accaduto per l’Expo, si muove: indice un referendum mondiale. Il primo della storia, che si terrà appunto prima della Olimpiade di Pula (Pola in italiano). Il quesito è semplice: “Volete sostituire le cosiddette Olimpiadi moderne con giochi celtici?”. Da un sondaggio della Ghisleri ecco il risultato: sì! 2 per cento, no! 31 per cento. E’ chiaro che i votanti di allora saranno i figli di questi. Però è compito dei padri istruire i figli su come votare a quel favoloso referendum. A mio figlio ho già detto: vota Dc (sotto varie forme), non sbagli mai.


La rivoluzione più potente dei moderni Giochi olimpici è firmata Malagò, entrerà in vigore ai Giochi di Pyongyang del 2040: sono ammessi (attenzione!!!) gli sport motoristici. L’unica regola che impone Malagò è la più importante: i mezzi tutti uguali (ripeto, uno uguale all’altro) sono consegnati prima delle gare dallo stesso Malagò. Avremo gare di automobilismo olimpico (l’auto scelta è la Fiat Ritmo mod. 1980). Per il rally, la Peugeot 306 diesel. Per le gare di nuoto si userà tutti una Gilera costruita apposta in 1.200 esemplari.


Passiamo alle gare di motonautica: qui si useranno barche con motore evinrude 200 cv. Anche la 24 ore di Le Mans viene inserita nel circuito olimpico, motivo per cui non si disputerà più ogni anno, ma a ogni scadenza olimpica, nella sede dei Giochi di quell’anno. Il sindaco di Le Mans, appena saputo, si è dimesso. Malagò ha messo in comune un uomo di sua fiducia. Daytona, la mitica corsa Usa, lo stesso, passa sotto il Comitato olimpico internazionale. Gare di mongolfiera anche. Queste si terranno con due tipi di motore diverso: un Landini per trattori e uno Scania per camion. 


Le gare di go-kart invece si terranno in notturna, a fari spenti del circuito. La ripresa televisiva verrà giustamente penalizzata, tanto che alcuni broadcaster non acquisteranno più i diritti per trasmettere i Giochi. Ma il governo li obbligherà, pena revoca della concessione dei ripetitori. 
Foto n. 31 Instagram: Giovanni Malagò è eletto presidente della Repubblica, succede a Sergio Mattarella, il più grande presidente che l’Italia abbia mai avuto. Anche perché è venuto a Codogno. Noi lo abbiamo accolto benissimo. Aspettiamo gentilmente anche il presidente Malagò. Domani no! C’è il mercato!


P.s. Twitter di Malagò adesso: “Si rettifica comunicazione precedente su annullamento immediato Giochi invernali. Cioè avverrà, ma non da subito. Da Colorado Springs 2068. Cordiali saluti. Designo: Federica Pellegrini presidente Coni”.


Allegato – bilancio Tokyo 2020: Italia, 15 medaglie d’oro, 10 argento, 6 bronzo. Dopo Usa, Cina e Giappone, c’è l’Italia. Anzi, le medaglie d’oro sono 19, quattro in più con delega della prefettura di Tokyo. 
 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.