La Clericus Cup del 2016 (foto Ansa) 

innamorato fisso

Anche il Vaticano vuole entrare nella Fifa

Maurizio Milani

Con il presidente cattolico Biden, una lettera vecchia di cent'anni torna attuale: la Santa Sede vuole la sua Nazionale. I giocatori però vanno presi dall'ex Patrimonio di San Pietro. Altrimenti come fanno a competere contro il Gibuti?

Nel 1910 il segretario di Stato vaticano mandò la seguente lettera a un ufficio che poi diventò la sede della Società delle nazioni: “Gentile capo della massoneria di New York, chiedo: perché nei tornei di football la Gran Bretagna non si presenta unita? Come ben sa, giocano: Inghilterra, Galles e Scozia. Noi Stato pontificio ridotto a un chilometro quadro almeno fateci fare una Nazionale competitiva. Ecco la proposta: che la nostra Nazionale di calcio sia composta da atleti nati nelle terre dell'ex Stato vaticano che (lei saprà) comprendeva il 40 per cento dell’attuale stato italiano”. 

 

A distanza di un secolo, la lettera è tornata ancora attuale, tutto grazie al presidente cattolico Biden. Il capo della Casa Bianca sollecita Fifa e Uefa a mettere in atto la proposta dell’allora segretario di Stato vaticano. Maglia giallo-bianca e partecipazione a tutti i tornei. Le modalità per reclutare giocatori sono già ben espresse dalla missiva negli archivi Onu. In pratica Città del Vaticano diventa la 250esima nazione iscritta e riconosciuta dalla Fifa. Prima partita oggi a Pechino contro i padroni di casa. Seconda partita a Nanchino contro Gibuti, per poi passare a giocare l'Europeo.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.