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La dieta post-infortunio

Giacomo Astrua

Ad ogni infortunio corrisponde una specifica riabilitazione motoria...vale lo stesso per la dieta.

Il seguente articolo è tratto da "Il Foglio Sportivo"

 


  

Per un agonista, ma anche per un amatore, non c’è nulla di più terribile di un infortunio. Questo evento impedisce al professionista di competere, quindi di lavorare! Non potete neanche immaginare che dramma sia saltare una gara importante per la propria carriera o perdere il bomber della propria squadra per la partita che decide il campionato. Ma una volta che l’infortunio capita l’unica soluzione è reagire e provare a recuperare l’atleta il più velocemente possibile.

  

Ecco quindi che, in questa gara a chi trova le tecniche migliori per recuperare più velocemente, l’alimentazione (solo negli ultimissimi anni) si è ritagliata uno spazio sempre più importante tra le terapie da seguire nelle fasi post-infortunio. Come l’alimetazione può influenzare i tempi di recupero? Innanzitutto è fondamentale soddisfare a pieno i fabbisogni di calorie, carboidrati e proteine. La cosa non è semplice, perché mentre è necessario assicurarsi di rifornire l’atleta della giusta quota di nutrienti necessari, ad esempio, a ricostruire una lesione o una perdita di tono muscolare allo stesso tempo bisogna essere attenti a non farlo ingrassare. Un metodo è quello di somministrare molte delle calorie totali (un pasto completo) nell’immediato post allenamento/fisioterapia, momento in cui i tessuti sono sensibili alla loro ricostruzione e i nutrienti assunti sono finalizzati a questo scopo. Durante il periodo di recupero è altrettanto importante evitare alimenti ad alta densità calorica, cioè quelli ricchi di grassi e zuccheri semplici, che sicuramente porterebbero l’atleta, che non si sta allenando a pieno carico, ad ingrassare.

 

Un altro aspetto nutrizionale da tenere in considerazione è l’effetto pro- e soprattutto anti-infiammatorio di alcuni cibi. Alcuni alimenti che contribuiscono a diminuire l’infiammazione sono quelli ricchi in acidi grassi omega 3, quali ad esempio i pesci azzurri e/o di piccola taglia, il salmone e la frutta secca, specialmente noci e mandorle. Inoltre, negli ultimi tempi, stanno acquistando sempre maggiore importanza alcuni micronutrienti con un’ormai evidente azione anti-infiammatoria e antiossidante. Parliamo ad esempio delle antocianine presenti nell’uva, la curcumina nella curcuma e il gingerolo nello zenzero.

 

Ah! Non dobbiamo scordarci di uno dei principali nutrienti coinvolti nei processi infiammatori: l’acqua, il cui fabbisogno, in questi casi, può superare i tre litri. La dieta diventa vera e propria terapia, uno strumento attivo per accorciare i tempi di recupero, ridurre gli edemi, ritonificare i muscoli e perdere i chili di troppo. Un fondamentale alleato in più per essere al top della forma, rientrare in campo e portare il risultato a casa.

 

Buona mangiata a tutti.