Il Foglio Sportivo

Pedalare meglio. Come valutare le prestazioni in tre mosse

Giacomo Astrua

Per monitorare chi va in bici si sono diffusi metodi soggettivi e oggettivi. Dallo sforzo percepito alla potenza aerobica, consigli immediati per atleti e non solo

Per valutare le prestazioni dei ciclisti durante le gare e gli allenamenti si utilizzano contemporaneamente metodi soggettivi e oggettivi. Un primo parametro utilizzato per valutare l’intensità dell’esercizio, che privilegia le sensazioni soggettive dell’atleta, è la valutazione dello sforzo percepito, definito in inglese the rating of perceived exertion (RPE). In questo caso l’atleta valuta in maniera soggettiva quanto sia stata dura una sessione di allenamento o di gara. L'intensità è descritta come un numero da 0 a 10, con 0 pari a bassa intensità e 10 ad alta intensità. La RPE è, appunto, una misura soggettiva ed è ovvio che sono necessari altri metodi più oggettivi per avere dei dati completi e attendibili.

 

Uno di questi è la potenza in uscita o power output (PO) in watt. Questa misura, per farla semplice, permette di valutare le prestazioni di resistenza di un ciclista durante la prestazione. Da questo dato si può derivare l’RPP, il record power profile, cioè il PO più alto prodotto da un ciclista in un determinato tempo, e grazie a questo è possibile determinare il potenziale fisico di un atleta e analizzare le sue prestazioni in gara sulla base dei parametri precedentemente raccolti.

 

Infine, secondo un approccio più clinico, le variabili più importanti in termini di potenza erogata sono la massima potenza aerobica (MAP), tipicamente determinata da un test di esercizio graduato e dal RPP, e l’equivalente di tempo sostenuto al MAP (TMAP), che denota per quanto tempo il MAP possa essere mantenuto. MAP e TMAP oltre ad essere dei marker utilizzati da diversi allenatori e scienziati per monitorare le prestazioni dei loro atleti, sono i precursori dell’AEI, aerobic endurance index, un indice di resistenza aerobica comunemente riconosciuto come una misurazione oggettiva della resistenza.

 

L’utilizzo di questi metodi, sia quelli soggettivi che oggettivi, è dunque uno strumento fondamentale che consente agli allenatori di monitorare il loro atleti anche all’interno di un programma di gare serrato e fornire consigli immediati per ottimizzare le loro prestazioni.

 

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