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Un foglio internazionale

Il Cremlino acquatico. Reportage dalla Costa Smeralda degli oligarchi

Nonostante confische e sanzioni, ci sono hotel dove l’élite russa continua ad andare. Il giornalista Lucas Minisini è andato a cercarla. Scrive Le Monde (23/7)

La terrazza è quasi deserta. Come a voler compensare il vuoto, Cristina Gattu moltiplica le iperboli. Abito bianco e coda di cavallo, la direttrice del marketing e della comunicazione dell’hotel Cala di Volpe vanta anzitutto la piscina di acqua salata, “la più grande della Sardegna”. Poi, di fronte, la baia color turchese dove, durante l’estate, si trova la più importante concentrazione di “superyachts” di tutto il Mediterraneo. Infine, le lussuose camere da diverse migliaia di euro a notte, fra le più care al mondo. In questa mattina di giugno, la giovane direttrice del marketing e della comunicazione ci fa visitare il vasto edificio bianco, tutto a curve, alcove e vetrate, immaginato all’inizio degli anni Sessanta dall’architetto francese Jacques Couelle. Soprannominato l’“architetto dei miliardari”, è conosciuto per le sue case scultura costruite in zone paradisiache, come qui, sulla Costa Smeralda (…).

 

“L’hotel è completo”, assicura Cristina Gattu, mentre un elicottero attraversa pigramente il cielo. Eppure, non si incontrano molte persone nella proprietà (…). C’è da dire che quest’anno non è come gli altri anni. Con la guerra in Ucraina, l’intera stagione turistica è stata stravolta. Sulla costa sarda, diverse ville e una Mercedes Maybach S650 Guard blindata appartenenti ad alcuni membri dell’élite russa sono state confiscate dalle autorità italiane, in applicazione delle sanzioni europee. Dopo averci svelato la ricetta del Bellini, Cristina Gattu resta un attimo in silenzio, poi confessa: “Alcuni russi possono continuare a venire grazie ai loro molteplici passaporti. Sono discreti, ma sono ancora qui” (…). Da una ventina d’anni a questa parte, l’élite russa ha fatto di questo edifico la sua base preferita. Gli oligarchi pranzano al Barbeque, il ristorante dell’hotel aperto solo a pranzo, a bordo della vasta piscina. Oltre a proporre il suo polpo alla griglia e i suoi spaghetti alla bottarga, il ristorante, facilmente accessibile da uno yacht, è un alto luogo per fare rete.

 

Un posto “da vedere e dove bisogna farsi vedere”, riassume l’équipe dell’hotel. Alcuni russi vi riservano un tavolo tutti i giorni durante l’estate – alla cifra di circa 250 euro a persona. Un ex dipendente di un oligarca, in forma anonima, si ricorda le frasi del suo patron: “Mi costa una fortuna, ma si ritrovano tutti qui, dunque bisogna essere presenti, non ho altra scelta”. All’hotel, così come su tutta la costa, si incrociano il miliardario ed ex proprietario del club inglese Chelsea Football Club Roman Abramovich, imprenditori come Alisher Usmanov (settore minerario), Oleg Deripaska (alluminio), Alexeï Mordachov (metallo) o Arkadi Rotenberg (costruzioni). Ma anche alcune figure più discrete, come Andrey Molchanov, pezzo grosso del settore edilizio e ex consigliere comunale a San Pietroburgo, o Ziyavudin Magomedov, finanziere imprigionato a Mosca dal 2018 per appropriazione indebita. Il loro punto di ritrovo, lo yacht Dilbar, di proprietà di Alisher Usmanov, era sistematicamente ormeggiato alla boa più centrale della baia, per 147 mila euro l’anno. Questa imbarcazione gigantesca, 156 metri e 55 cabine, è stata soprannominata il “Cremlino acquatico” dalla stampa locale.

 

Un modo per dare l’idea dell’importanza degli appuntamenti che si sono tenuti a bordo e ai quali avrebbe già partecipato più volte il presidente russo Vladimir Putin. Oggi il Dilbar è congelato dalla giustizia europea (…). Originario di Menzelinsk, nel cuore della Russia, e in parte educato in Italia, Roustam Tariko (fondatore di Russian Standard, colosso della vodka, ndr) diventa fin dalla metà degli anni Novanta uno dei clienti più fedeli del Cala di Volpe. Soprannominato “Gatsby il magnifico”, il businessman, noto per la sua passione per le notti di feste, avrebbe pubblicizzato l’hotel e la Sardegna a diverse sue conoscenze. E ciò sembra essere stato efficace. Nel 2003, l’incrociatore lancia missili Moskva (lo stesso che, il 14 aprile 2022, è stato affondato dall’esercito ucraino a largo di Odessa) attira l’attenzione di tutta l’isola.

 

Chi si sposta a bordo dell’imbarcazione? Vladimir Putin, presidente della Russia, invitato da Silvio Berlusconi, diventato primo ministro italiano nel 2001. Nello stesso periodo, l’ex presidente Boris Eltsin e una buona parte dei nuovi ricchi di Russia vengono spesso a rilassarsi vicino al famoso pontile in legno dell’hotel di lusso. Nel corso delle serate che ritmano la stagione estiva, i russi rappresentano talvolta quasi la metà degli invitati, precisa Mario Lutzoni. E non è importante il prezzo del biglietto di ingresso, generalmente fissato a diverse migliaia di euro. Nulla è troppo caro. L’ex maître d’hotel si ricorda in particolare dell’insolente conto di una cena, 124 mila euro per 20 persone, o di quella bottiglia da sei litri di sassicaia, grande vino italiano che si trova in quel volume soltanto in Toscana, richiesta da un oligarca e recuperata in elicottero dal sommelier dell’hotel

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