Ansa
il bi e il ba
L'indignazione civile non è poi così diversa dall'innamoramento
Un giorno ci accaloriamo per una causa, il giorno dopo per un'altra dimenticandoci della precedente. Forse bisognerebbe iniziare a trattare l'indignazione come se fosse un incapricciamento amoroso e fare qualcosa di concreto che sopravvivrà alla sua infatuazione, e la impegnerà nel tempo
Chi può vivere tra fiamme perenni? La domanda del profeta mi torna in mente tutte le volte che qualcuno – l’ultima è Anna Foa sulla Stampa di lunedì – lamenta l’intermittenza capricciosa delle indignazioni collettive. Del resto, è ormai un cliché onnipresente: perché ti indigni per Tizio e non per Caio, che è peggio di Tizio? Perché ieri ti accaloravi tanto per una causa, e oggi sembri essertene dimenticato, e riversi tutto il liquido combustibile su un’altra causa? E perché non ti indigni affatto e ostenti distacco ironico, con tutte le scintille che il mondo ti offre per avvampare? Confesso, il mio primo impulso, quando mi imbatto in questi ragionamenti da meccanica dei fluidi sui vasi comunicanti in cui dovrebbe o non dovrebbe scorrere – e in che esatta misura morale – la preziosa miscela dell’indignazione, è quello di rovesciarlo nel solo posto che merita: lo scarico del più vicino lavandino. Altro che preziosa! L’indignazione è un acetilene scadente che alimenta per lo più fenomeni di autocombustione egocentrica, socialmente e politicamente inutili, genera calore ma quasi mai luce, e finisce con un mucchietto di cenere e un odore di bruciato nell’aria. Poi però mi trattengo e mi dico che dovremmo trattare l’indignazione come un’altra passione, ben più nobile: l’innamoramento. C.S. Lewis nei Quattro amori ha scritto che è l’impulsivo Eros a fare le promesse, ma poi scappa, e tocca a noi mantenerle dopo la sua fuga. Ebbene, la persona che più stimo al mondo ragiona proprio così: sa che le indignazioni civili sono fatue come gli incapricciamenti amorosi, e per questo, quando si appassiona a una causa, non si precipita a fare turpi esibizionismi virtuosi o affettati piantarelli in diretta social, ma si mette alla prova con un gesto concreto che sopravvivrà alla sua infatuazione, e la impegnerà nel tempo; per esempio, una donazione economica. Non esiste professione di fede valida che non sia accompagnata dall’obolo di uno scellino, diceva un grande maestro politico. Vale anche per l’indignazione.